La stagione ’vietata’ ai liceali. Lanzetti: "Ho assunto 17 minorenni. Ma le norme vanno cambiate"

Il titolare del Bounty: "Non è vero che i nostri giovani non hanno più voglia di lavorare in estate. Vanno riviste le regole sul contratto di apprendistato e gli orari, tutti devono poter fare un’esperienza".

Il titolare del Bounty Lanzetti

Il titolare del Bounty Lanzetti

Rimini, 23 aprile 2024 – "Per lo staff estivo ho già assunto 17 minorenni nonostante le tante difficoltà poste dalle norme. E ho una lista di altri 100 ragazzi disponibili a fare la stagione. Non è vero che i giovani non vogliono lavorare. Servono leggi più sensate e qualcuno che metta in contatto il mondo imprenditoriale, che sta implodendo, con quell’enorme patrimonio ’nascosto’ rappresentato dagli under 18". Parola di Giuliano Lanzetti, il titolare del Bounty e ideatore dei corsi di Pienissimo.

Partiamo dal bicchiere mezzo pieno: lei sembra una mosca bianca con i suoi 17 minori assunti su 110 dipendenti che ha in estate. Il segreto?

"Nessun segreto. Ho 3 persone alle risorse umane che lavorano tutto l’anno per colloqui di lavoro, formazione da remoto e gestioni alloggi. Si lavora un anno per l’altro".

Lei ospita i dipendenti?

"Sì, in parte. Ho speso 300mila euro di camere prese ’vuoto per pieno’ in cinque alberghi, un lavoro immenso. Che però paga".

A proposito, c’è chi sostiene che gli albergatori e i ristoratori paghino troppo poco gli stagionali: è vero?

"No, salvo eccezioni. Le aziende serie non sfruttano, non violano le regole".

Perché allora non si riesce a colmare il gap?

"C’è una domanda che non incontra l’offerta".

È vero che tanti giovani hanno poca voglia di lavorare?

"Ci sono anche quelli, con genitori che li tengono nella bambagia. Ma i più vogliono lavorare, solo che non riescono".

Perché?

"Le norme sono assurde".

Ad esempio?

"La famosa circolare dell’agosto 2023 lega il contratto di apprendistato alla formazione scolastica. Non esiste che un liceale non possa fare un’esperienza lavorativa, che è anche di vita, in un pub o ristorante, opportunità riservata solo a chi frequenta l’alberghiero".

Magari un liceale prenderà altre strade, da grande...

"Magari no. Chi lo sa? Tutti siamo partiti come baristi o camerieri stagionali, poi a 30 anni c’è chi ha aperto il suo locale. O altro. Devi provare per capire cosa ti piace: se non inizi mai non saprai mai se la ristorazione fa per te. E il lavoro ti forma. Tanti genitori ci ringraziano perché la stagione ha formato i loro figli, al di là dell’aspetto lavorativo".

Altre problematiche delle normative in materia?

"Non è possibile pagare la stessa cifra una persona con esperienza e una senza esperienza. Poi il limite orario alle 22 per i minori: non è che dopo vanno a letto, vanno in discoteca... Così di fatto li escludi dal lavoro nei ristoranti. E ancora, l’obbligo di almeno 40 o 50 di ore di apprendistato, da svolgere in enti diversi con un formatore".

Morale della favola?

"Creiamo bamboccioni a norma di legge: escono dall’università senza esperienza. A Rimini e in Romagna ci sono hotel che hanno chiuso la cucina perché non trovano personale. E i ragazzi invece restano al palo".

Ma i giovani ’funzionano’?

"Molto: sono bravi, apprendono subito".