Lavoratori irregolari nella casa di riposo: multa da 20mila euro

Ventuno lavoratori autonomi di una residenza per anziani a Rimini equiparati a dipendenti senza tutele. Sanzioni e critiche della Cgil per illegalità nel settore.

Lavoratori irregolari nella casa di riposo: multa da 20mila euro

Lavoratori irregolari nella casa di riposo: multa da 20mila euro

Ventuno lavoratori al servizio di una residenza sanitaria per anziani di Rimini, tutti in possesso di partita Iva e quindi inquadrati come autonomi. Secondo la ricostruzione compiuta dai carabinieri per la tutela del lavoro, tuttavia, tutti e ventuno sarebbero stati vincolati agli orari di lavoro imposti dalla ditta, che li avrebbe inseriti funzionalmente nel proprio organigramma. Lavoratori autonomi, ma di fatto – secondo gli inquirenti – equiparati a veri e propri dipendenti, pur senza averne le tutele. Sono questi i motivi che hanno portato i militari dell’Arma a compiere un’ispezione approfondita all’interno della residenza per anziani. Al termine del sopralluogo, alla società responsabile della gestione della struttura è stato contestato l’omesso invio al centro per l’impiego competente della preventiva comunicazione di assunzione in qualità di lavoratore subordinato di 21 persone fin dal 2021, nonché la mancata consegna ai lavoratori della copia del contratto di assunzione in qualità di lavoratore

subordinato. Violazioni che hanno comportato sanzioni amministrative per circa 20mila euro, nonché una diffida al versamento dei contributi previdenziali non effettuati nei confronti dei lavoratori impiegati irregolarmente, per un totale di 1 milione e 600mila euro. "Ancora una volta sono le persone anziane a dover scontare il prezzo di un sistema che non mette sempre al centro la qualità del lavoro e la legalità – commenta la Cgil di Rimini -. In tal senso é proprio sulle residenze socio sanitarie per anziani che devono essere concentrati gli sforzi ispettivi, in primis da parte degli enti preposti, al fine di scongiurare queste situazioni dove la professionalità rischia di essere sacrificata al profitto d’impresa. Non è accettabile che in settori dove si lamenta la carenza di personale, come quello dell’assistenza socio sanitaria, esistano ancora sacche di illegalità così rilevanti. Al contempo vanno garantiti i giusti diritti per chi è costretto a lavorare con partita Iva, pur essendo lavoratore subordinato".