
Niente da fare per Stefano Francioni e per Giuseppe Felice Guttadoro. Restano in carcere il noto commercialista riminese e l’albergatore dell’hotel Saxon. Rimangono in cella anche gli altri principali indagati dell’operazione ‘Free credit’ per i quali erano scattate le manette, e vengono confermati gli arresti domiciliari per gli altri.
Non ha fatto sconti il tribunale del riesame alle persone coinvolte nell’indagine condotta dalla guardia di finanza di Rimini sulla maxi frode per ottenere gli incentivi edilizi messi a disposizione dallo Stato. Un’ottantina le persone finite nel registro degli indagati, con perquisizioni eseguite in tutta Italia, e ben 116 aziende coinvolte nell’organizzazione smascherata dalle Fiamme gialle. Coordinata dal sostituto procuratore Paolo Gengarelli, l’inchiesta ha portato a galla una truffa di dimensioni colossali ai danni dello Stato: almeno 440 milioni di euro, secondo gli inquirenti.
Una delle figure centrali, stando alla ricostruzione fatta degli investigatori, sarebbe stata proprio il commercialista riminese Stefano Francioni, difeso dagli avvocati Moreno Maresi e Andrea Guidi. I legali avevano depositato nei giorni scorsi la richiesta di domiciliari per Francioni. Ma il tribunale del riesame ha deciso che Francioni, 42 anni, dovrà rimanere in carcere. Stessa decisione anche nei confronti di Guttadoro, che è difeso dall’avvocato Piero Venturi, così per gli altri indagati che sono finiti in cella. Il tribunale del riesame ha inoltre confermato gli arresti domiciliari per gli altri indagati che erano stati sottoposti a questa misura, compresi il ristoratore Nicola Bonfrate e la moglie. I legali di Francioni e di Guttadoro sono pronti a fare ricorso, ma prima dovranno attendere le motivazioni con cui il tribunale del riesame ha rigettato le richieste di alleggerire i provvedimenti nei confronti dei loro assistiti.