REDAZIONE RIMINI

Metromare resta a piedi. Chiesti aumenti del 50 per cento. Risolto il contratto con l’impresa

Tra Pmr e Italiana costruzioni è ‘divorzio’. Il progetto che vuole portare il Trc in fiera resta senza ditta. Giannini: "Andiamo avanti, ma speriamo in una proroga. Chiederemo alla cooperativa seconda al bando".

Metromare resta a piedi. Chiesti aumenti del 50 per cento. Risolto il contratto con l’impresa

Un rendering di quella che dovrebbe essere la nuova tratta del Metromare tra la stazione di Rimini e la Fiera

Metromare resta senza impresa per realizzare i lavori della nuova tratta tra la stazione di Rimini e la Fiera. L’amministratore unico di Pmr, l’avvocato Stefano Giannini, "ha proceduto alla risoluzione del contratto di appalto integrato - spiegano da Pmr -, quindi concernente anche la progettazione esecutiva oltre all’esecuzione delle opere, stipulato il 12 febbraio di quest’anno con la mandataria di un raggruppamento temporaneo di imprese, Italiana Costruzioni Infrastrutture spa, per grave inadempimento dell’appaltatore". La decisione di Giannini è stata pesa condividendo la proposta del responsabile unico del procedimento, l’ingegnere Roberto D’Andrea, e il parere obbligatorio del Collegio consultivo tecnico. Ora si riparte daccapo con i tempi per concludere l’opera ridotti ormai all’osso visto che il finanziamento da 60 milioni di euro rientra tra quelli del Pnrr, dunque va speso entro il 30 giugno del 2026, una scadenza impensabile da rispettare se non arriveranno proroghe a livello nazionale. Ma Giannini e Pmr sottolineano di non avere avuto altra scelta. Le contestazioni mosse all’appaltatore sono le seguenti, spiega Giannini: "Il ritardo nella trasmissione, peraltro incompleta ed irricevibile, degli elaborati del progetto esecutivo, ben oltre i termini contrattuali; la sostituzione senza autorizzazione della compagine dei progettisti e le modalità di sottoscrizione degli elaborati in violazione del capitolato d’appalto; i contenuti tecnici del progetto esecutivo, molto difformi dal progetto di fattibilità tecnica economica posto in gara, visto ed accettato dall’appaltatore in quella sede; il contenuto economico del progetto esecutivo che contiene un computo estimativo di circa il 50% superiore all’importo offerto in gara dall’appaltatore, non gestibile in alcun modo dalla committenza nel rispetto delle norme sugli appalti pubblici". In merito ai costi, il 50% di aumenti si riferisce alla parte strutturale dell’opera che si avvicinava ai 30 milioni di euro. Di fatto Pmr avrebbe dovuto trovare per questa parte dell’appalto almeno 42 milioni di euro. Tanti e troppi per la stazione appaltante. Infine Pmr ha deciso di dire basta e chiederà i danni a Italiana costruzioni, "che ci riserviamo di quantificare, il contratto è garantito da una fidejussione". Niente impresa, ma il prolungamento del Metromare resta vivo, dice Giannini. "Provvederemo, come prevede la legge, a interpellare subito le ditte arrivate dopo Italiana costruzioni". Con il Consorzio Integra società cooperative, giunto secondo, ci sono già stati contatti, e a giorni Pmr invierà una richiesta ufficiale. "Dobbiamo avere risposte entro novembre, per ripartire con la progettazione". I tempi sono molto più che stretti. "Ne siamo consapevoli - ribatte Giannini -. Ma sappiamo anche che in Italia ci sono tantissimi progetti finanziati con il Pnrr, con ritardi anche molto più grandi. Abbiamo avuto positive interlocuzioni con il ministero. Contiamo in una proroga. Noi non ci fermiamo".

Andrea Oliva