Rimini, 18 aprile 2023 – Era morta sul colpo, dopo essere caduta dalle scale del magazzino di una gelateria di viale Regina Elena. Questa la fine di una donna romena di 62 anni, vittima di un incidente avvenuto il 15 giugno del 2018 (foto).
Nei confronti delle due ex titolari dell’attività, difese dall’avvocato Giovanna Ollà, era stato ipotizzata l’accusa di omicidio colposo. Ieri mattina, al termine del processo di primo grado, il giudice del tribunale di Rimini le ha condannate a 5 mesi e 10 giorni (pena sospesa), riconoscendo loro le attenuanti generiche.
Il magistrato ha inoltre inflitto una sanzione pecuniaria di 80mila euro alla società che all’epoca si occupava della gestione del locale e ha stabilito un risarcimento di natura non patrimoniale del valore di 250mila euro a favore del compagno della vittima, costituitosi parte civile insieme al suo legale, l’avvocato Cristiano Basile. Per quanto riguarda il danno patrimoniale, ogni valutazione è stata invece rimandata al giudice civile.
Tutto comincia attorno alle 23 di un venerdì sera. A quell’ora la gelateria è affollata di turisti che vanno e vengono in continuazione. Le due proprietarie sono intente a servire i clienti e non si accorgono della donna. Quest’ultima, dopo essere entrata nel locale, si dirige verso il piccolo corridoio in fondo al quale c’è la porta del magazzino.
A fianco ci sono i bagni riservati ai clienti, ma lei va dritta verso il deposito. La porta è chiusa, ma la chiave è inserita nella toppa. La donna la gira, apre ed entra senza vedere il primo dei dieci gradini. Cade giù per le scale, sbatte violentemente la testa e muore sul colpo.
Nessuno si accorge di lei, almeno fino a quando una delle due titolari non si reca nel magazzino. Nota che la porta è stranamente aperta, accende la luce e fa la macabra scoperta. Immediato scatta l’allarme al 118. I sanitari provano in tutti i modi a rianimarla, ma alla fine non possono far altro che constatare il decesso. Interviene anche una pattuglia dei carabinieri, ai quali viene affidato il compito di fare chiarezza sulla dinamica.
La ricostruzione, eseguita in un primo momento dai militari, sembra propendere per l’ipotesi di una morte accidentale. La donna avrebbe scambiato la porta del magazzino con quella del bagno.
La Procura però vuole vederci chiaro e dispone ulteriori accertamenti che avrebbero fatto emergere la mancata osservanza, all’interno del locale, di alcune disposizioni in materia di sicurezza.
Per la difesa, quella avvenuta in viale Regina Elena non sarebbe stata altro che una tragica fatalità: entrambe le porte, sia quella del magazzino che quella della toilette – hanno sempre sostenute le due imputate – erano ben segnalate, le proprietarie avevano adottato tutti gli accorgimenti necessari, il bagno si trovava proprio lì a fianco e la luce era accesa.
La 62enne – è la tesi difensiva – sarebbe entrata volontariamente nel deposito, cadendo poi dalle scale.