Rimini: schiacciato dalla ruspa, la rabbia dei familiari "Vogliamo la verità"

I parenti della vittima chiedono giustizia, l’avvocato: "L’incidente causato da negligenze sul cantiere". Niente autopsia sulla salma

Rimini, 26 ottobre 2022 - La morte di Roberto Sancisi "si doveva e poteva evitare". Ne sono convinti i familiari del 78enne, ex postino di Santarcangelo, vittima del terribile incidente avvenuto lunedì in via Euterpe. Ne è convinto Umberto De Gregorio, l’avvocato a cui i parenti di Sancisi si sono rivolti per fare luce sulla tragedia.

Roberto Sancisi
Roberto Sancisi

La Procura ha aperto un’indagine per omicidio stradale. Ma secondo De Gregorio, che ha ricevuto l’incarico ieri, "quello che è accaduto non si può considerare un mero incidente stradale. Ritengo che sulla morte di Sancisi si possano ricercare più ampie responsabilità, oltre a quelle del conducente del mezzo". La dinamica della tragedia di lunedì ormai è chiara.

L’escavatore, uno dei mezzi impegnati nel maxi cantiere per realizzare la nuova rotatoria e il nuovo sottopasso tra la Statale 16 e la superstrada di San Marino, proveniva dal lato monte del cantiere (a ridosso dell’Adriatica) e attraversava via Euterpe quando ha centrato l’auto di Sancisi con una gabbia metallica di grandi dimensioni, che stava trasportando nel parco. L’impatto contro l’auto guidata da Sancisi, che arrivava da via della Repubblica, è stato violentissimo. La gabbia ha squarciato il tettuccio della macchina del 78enne, una Suzuki Cross, e Sancisi è morto sul colpo. Stando alla versione fornita da alcuni testimoni, quando la ruspa ha eseguito la manovra in quel momento non c’era operai a bloccare il traffico. Non solo: il conducente dell’escavatore, dopo l’incidente, avrebbe fatto retromarcia per tornare nell’area del cantiere a ridosso della Ss16.

I rilievi della polizia locale in via Euterpe dopo la tragedia (foto Migliorini)
I rilievi della polizia locale in via Euterpe dopo la tragedia (foto Migliorini)

Al momento l’unico indagato è proprio il conducente del mezzo, accusato di omicidio stradale. Nessun provvedimento è stato preso (per ora) nei confronti delle ditte al lavoro nel cantiere, ma sono ancora tanti gli elementi da chiarire. Ieri, appena nominato dalla famiglia Sancisi, l’avvocato De Gregorio è andato in Procura e ha avuto un primo incontro con il procuratore capo Elisabetta Melotti. "Mi ha assicurato – dice il legale – che verranno svolti tutti i dovuti accertamenti per fare luce sulla tragedia. E sono sicuro che la Procura anche stavolta, come già in altre situazioni simili, non lascerà nulla di intentato".

Chiarito questo, "appare evidente – dice De Gregorio – che questo non può essere ritenuto solo un incidente stradale. Stiamo parlando di uno dei più importanti cantieri in città. Anch’io passo spesso in via Euterpe, e mi è capitato personalmente di vedere i mezzi in azione". Per questo "credo che le responsabilità non siano da ricercare soltanto nel conducente della ruspa. Crediamo ci siano state negligenze nella gestione della sicurezza del cantiere, che andranno appurate".

I familiari di Sancisi "chiedono giustizia. Vogliono sapere la verità. E’ difficile per loro accettare che si possa morire in questo modo, attraversando un cantiere che si trova nel pieno centro di Rimini. È assurdo".

Nelle prossimo ore saranno sentiti altri testimoni. Nel frattempo la Procura ha deciso di non eseguire l’autopsia: la dinamica è già abbastanza chiara. E a questo punto i funerali di Sancisi si potrebbero svolgere già entro la fine di questa settimana.