Niente ergastolo per il killer della stazione

Esclusa la premeditazione: Antonio Rapisura sarà sottoposto a giudizio abbreviato per il delitto dell’amico Galileo Landicho

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La giustizia presenta il conto ad Antonio Rapisura, il 51enne filippino in carcere per l’omicidio del connazionale Galileo Landicho, ucciso il 21 novembre scorso alla pensilina dell’autobus 160, davanti alla stazione dei treni. Il tribunale di Rimini ha emesso un decreto di giudizio immediato nei confronti dell’assassino reo confesso del giardiniere di 74 anni. Insieme ai suoi legali, gli avvocati Alessandro Petrillo e Monica Rossi, Rapisura ha scelto la strada del rito abbreviato e dovrà così comparire davanti al gup per essere giudicato. E’ accusato di omicidio volontario. E’ venuta a decadere, rispetto alla prima formulazione, l’aggravante della premeditazione: circostanza che permetterà al filippino, sposato e padre di tre figli, di sottoporsi al giudizio abbreviato, non previsto per i reati puniti con l’ergastolo. L’inchiesta è stata coordinata dal sostituto procuratore Luigi Sgambati, che all’inizio di aprile aveva sentito nuovamente Rapisura nel corso di un lungo interrogatorio.

Il 51enne ha confermato, ancora una volta, di aver agito perché accecato dalla gelosia verso Landicho, connazionale e amico di vent’anni anni più grande di lui. L’omicida era convinto che Galileo avesse fatto ripetute delle avanches alla moglie: un corteggiamento spinto, sia dal vivo che sui social network, con il 74enne che approfittando di un viaggio all’estero dell’amico si sarebbe anche presentato a casa sua per incontrarsi con la donna. Quelle avanches già in passato erano state la scintilla che aveva innescato delle discussioni feroci tra i due. Quel giorno di novembre, tuttavia, Rapisura non aveva alcuna intenzione di uccidere il giardiniere. Era uscito di casa con l’intento di avere un chiarimento e di confrontarsi con il ‘rivale’ in amore, ma ha ribadito più volte che il delitto non era stato affatto programmato e che mai avrebbe potuto immaginare che gli eventi avrebbero preso quella piega. "Non volevo uccidere Galileo" ha sempre ripetuto. I due, quella sera, non si sono scambiati una sola parola. Rapisura è arrivato da dietro alla fermata del bus, dove Landicho aspettava il mezzo che lo avrebbe riportato a casa, a Villa Verucchio, e l’ha colpito alle spalle con un coltello a lama ricurva: un solo fendente che non ha lasciato scampo al giardiniere. Nonostante i tentativi di depistaggio, gli investigatori della Squadra mobile – guidati dal vice questore aggiunto Mattia Falso – sono riusciti a risalire a Rapisura, soprattutto grazie alle telecamere di sorveglianze sparse per la città e a quelle degli autobus. L’arrestato è avvenuto circa un mese dopo il delitto.

Lorenzo Muccioli