Omicidio Rimini, accoltellato alla fermata del bus: il giallo del movente

La vittima è un filippino di 74 anni. L’assassino fuggito in bicicletta

Omicidio alla fermata del bus

Omicidio alla fermata del bus

Rimini, 22 novembre 2021 - L’ha ucciso con un colpo secco. Una coltellata alla gola, che gli ha reciso di netto la carotide. Così è morto ieri un 74enne di origine filippino, ammazzato alla fermata del bus nel viale davanti alla stazione poco prima delle 19,30. L’aggressore l’ha colpito alle spalle, con un coltello (o forse un punteruolo), poi è scappato in bici verso la zona mare. Un omicidio efferato, di cui si ignora per ora il movente. La Polizia ha avviato subito una caccia all’uomo, sulla base delle descrizioni rese da alcuni testimoni. "E’ arrivato alla fermata del bus, e ha aggredito da dietro la vittima con un colpo al collo, poi è scappato", racconta uno dei testimoni interrogato ieri dagli agenti. Che sono alla ricerca di un uomo "vestito di scuro".

Omicidio Rimini: è caccia all'uomo. Ha sgozzato l'anziano ed è fuggito in bici

Omicidio Rimini davanti alla stazione: accoltellato alla fermata del bus

Sono stati alcuni passanti a dare l’allarme. A quell’ora c’erano centinaia di persone in piazzale Cesare Battisti e nella zona della stazione. E’ una delle ore di punta, tra chi prende il treno per andare nella città dove studia o lavora, chi arriva, chi cerca un taxi o un bus. Il filippino, un 74enne residente nel Riminese, è alla fermata del bus (all’altezza del Burger king). E’ in piedi appoggiato alla pensilina, da solo. Probabilmente aspetta il bus, ignaro di ciò che lo attende. All’improvviso compare l’uomo "vestito di scuro", arrivato dal parcheggio della stazione. Si avvicina al filippino e lo colpisce una volta sola, alla gola, con una violenza inaudita. La vittima non ha il tempo di reagire: si accascia, e muore dissanguata.

Tutto si svolge in pochi secondi, e nonostante le tante persone che si trovano nella zona passano diversi minuti prima che finalmente qualcuno dia l’allarme. Sul posto si precipitano i sanitari del 118, la Polizia ferroviaria, la Squadra mobile della Polizia, la scientifica e i carabinieri. Non c’è traccia dell’assassino, scappato in bicicletta, secondo i testimoni, verso il portocanale. Verso le 20 arrivano anche il medico legale e il pm di turno, Luigi Sgambati. Si cercano indizi, si guardano le telecamere. Intervengono pure i vigili del fuoco, chiamati dalla Polizia per cercare l’arma utilizzata per l’omicidio: rovistano nei cassonetti dei rifiuti e in ogni angolo delle strade, nel raggio di un chilometro.

Gli inquirenti non escludono al momento alcuna pista. Nemmeno la rapina, anche se la vittima aveva addosso il portafoglio e i documenti. Che sia stato forse un regolamento di conti? Oppure il gesto di un folle, come quello di Somane Duula dell’11 settembre scorso? Stando a quanto emerso, il killer avrebbe colpito per uccidere. Ieri, appena ricevuta la notizia, si è presentato sul luogo del delitto anche Jamil Sadegholvaad, rimasto a parlare a lungo con gli agenti. Qualunque sia stato il movente, restano lo sgomento e la rabbia per il brutale omicidio compiuto di fronte ai passanti in un orario di punta per la zona della stazioen. "La situazione alla stazione è insostenibile, qui è terra di nessuno specialmente di sera", tuonano i taxisti.