Omicidio di Lecce, la rabbia dei genitori: "Una tragedia annunciata"

Catturato l’ex fidanzato di Sonia Di Maggio, riminese di 29 anni, uccisa a coltellate. Gli inquirenti: "L’ha colpita al volto secondo il rituale tipico della punizione mafiosa"

Il corpo di Sonia Di Maggio coperto dopo l’agguato mortale in una strada di Specchia Gallo

Il corpo di Sonia Di Maggio coperto dopo l’agguato mortale in una strada di Specchia Gallo

Rimini, 3 febbraio 2021 - Lo hanno preso mentre sbocconcellava un panino, seduto su una panchina davanti alla stazione di Otranto. Lo sguardo perso nel vuoto, attendeva il treno che lo avrebbe portato a Napoli. Una volante lo ha fermato e portato in questura, accusato di omicidio. Ha confessato anche se "non pienamente", e ha portato gli investigatori sul luogo in cui si è disfatto del coltello usato e del giubbotto insanguinato, ma non è riuscito a ritrovarli. Salvatore Carfora, pregiudicato di 39 anni, originario di Torre Annunziata (Napoli) aveva avuto con Sonia Di Maggio, 29 anni, una storia durata circa un anno, terminata la scorsa estate quando la ragazza si era innamorata di Francesco Damiano, un carpentiere di 29 anni di Minervino (Lecce) conosciuto sui social.

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Sonia Di Maggio

Carfora, parcheggiatore abusivo senza fissa dimora, ha precedenti per aver accoltellato nel 2011 un ‘collega’ parcheggiatore. Alle spalle ha anche un Tso e un ricovero nell’ospedale psichiatrico di Aversa da dove è uscito proprio quando Sonia Di Maggio (foto) aveva deciso di intrecciare il nuovo legame. Una relazione che Carfora – legato alla cosca dei Gallo-Limelli-Vangone di Torre Annunziata – non aveva perdonato. Prima telefonate continue, poi minacce, infine la spedizione di morte. Le 20 coltellate inferte al volto e al collo di Sonia, secondo il rituale tipico della "punizione" mafiosa.

"E’ apparso poco lucido – racconta il questore di Lecce, Andrea Valentino, dopo l’interrogatorio nel commissariato di dove l’uomo è stato portato prima del trasferimento in carcere - Anche perché è un personaggio che già di per sé è poco lucido e dopo una situazione del genere, ovviamente lo è ancora di più". Non ha voluto o saputo riferire la dinamica di quello che appare un vero e proprio agguato ed è toccato, quindi, al fidanzato riferire i dettagli che inchiodano Carfora.

Sonia è morta dissanguata, su un lembo di marciapiede poco illuminato, coperta da un telo verde che resta impresso nelle mente dei 400 abitanti di Specchia Gallone, piccolo borgo medioevale dove Sonia intendeva costruire il suo nido d’amore con Francesco. "La nostra comunità è sotto choc per il femminicidio di Sonia: nessuno mai avrebbe immaginato che cose del genere potessero avvenire qui, dietro l’angolo di casa", dice il sindaco di Minervino, Ettore Caroppo. "Siamo una comunità di 3.600 abitanti. Ci conosciamo tutti... Il Comune si stringe alla famiglia della ragazza uccisa che qui, nel nostro comune, sperava di iniziare una nuova vita". "Non abbiamo mai avuto episodi di delinquenza, figurarsi un femminicidio. La ragazza era arrivata in paese solo da poche settimane. Conosco il suo fidanzato, viene da una famiglia semplice e non ha mai dato alcun problema". L’assessora alle pari opportunità chiede di poter organizzare una fiaccolata in memoria di Sonia nel giorno in cui si celebreranno i funerali, forse nel fine settimana dopo l’autopsia.

Fuori dal commissariato, nel quale viene interrogato Carfora, arrivano i genitori di Sonia. Sono straniti, sotto choc, quando qualcuno si avvicina con il taccuino tra le mani, fanno cenno di non voler parlare. "Rispettate il nostro dolore – dice il papà di Sonia – era una brava ragazza, non meritava tutto questo". Poi si gira dall’altra parte e si allontana con la mamma di Francesco. La donna scuote ancora la testa: "Sonia aveva già ricevuto minacce continue, lui le ripeteva che le avrebbe fatto fare una brutta fine. Questa è una tragedia annunciata".