Rimini, si ubriaca con l’amico. Operaio trovato morto nel letto

La tragedia ieri mattina in un appartamento di Viserba. Vittima un operaio edile di 36 anni. Il magistrato dispone l’autopsia

Sul posto sono arrivati i carabinieri

Sul posto sono arrivati i carabinieri

Rimini, 12 ottobre 2020 -  Lo hanno trovato morto nel letto dopo una nottata trascorsa all’insegna dell’alcol. Solo che quella interminabile bevuta tra amici ha portato, con molta probabilità, alla morte un operaio edile di trentasei anni. Solo l’autopsia potrà dare risposte esaustive su questo dramma che si è consumato, ieri mattina, in un appartamento di Viserba. Sono da poco trascorse le 10 quando al centralino dei carabinieri e del 118 arriva la segnalazione. "Venite, il mio amico non si vuole svegliare, non so cosa gli sia accaduto, sembra morto". Immediatamente parte una pattuglia dei carabinieri insieme ad un’ambulanza del 118 e arrivano all’indirizzo che la voce maschile ha fornito. Riverso nel letto ed immobile c’è un uomo. Non dà segni di vita. I militari dell’Arma e i soccorritori capiscono subito che per l’uomo non c’è più nulla da fare: è morto nel sonno.Immediatamente vengono allertati il magistrato di turno, Paolo Gengarelli e il medico legale. I carabinieri, intanto, iniziano le loro indagini e ascoltano l’amico della vittima e sua madre. L’uomo deceduto è un operaio edile, di origine romena, incensurato, da anni abitante in città, 36 anni. I due connazionali avevano deciso di ritrovarsi insieme e trascorrere la serata nell’appartamento di Viserba. Nell’abitazione c’era anche la madre del padrone di casa. I due uomini avevano iniziato a bere, sembra, senza mai fermarsi. La nottata va avanti fino alle cinque di mattina quando i due amici decidono di coricarsi. Ma, sempre stando a quanto avrebbe raccontato ai carabinieri il padrone di casa, l’operaio edile si sarebbe alzato per andare ancora a bere. Che cosa sia poi accaduto dopo, questa resta ancora un mistero che solo l’autopsia chiarirà. E ieri mattina, quando l’amico della vittima si è svegliato, ha trovato l’operaio immerso in un sonno profondo. Pensava stesse ancora dormendo proprio a causa della notevole dose di alcol ingerita insieme. Quando poi ha cercato di svegliarlo, poco prima delle dieci, non ha avuto risposta. L’ha chiamato più volte, poi l’ha toccato, l’ha anche scosso, ma l’amico era completamente inerte. Spaventatissimo e preoccupato che gli fosse accaduto qualcosa di irreparabile, ha subito chiamato i soccorsi e i carabinieri. Purtroppo i suoi timori erano quanto mai fondati: il cuore dell’operaio edile si era arrestato. Per sempre. Questa mattina il sostituto procuratore, Paolo Gengarelli, deciderà di affidare l’incarico per effettuare l’autopsia sul corpo dello sfortunato operaio. Da un primo esame del medico legale il corpo non presentava alcuna ferita o segni di violenza. Con tutta probabilità proprio quell’alcol ingerito potrebbe avergli provocato un arresto cardiaco. Sarà comunque l’autopsia a dare le risposte agli interrogativi sulla morte del trentaseienne.