Paolo Graziosi, è morto il grande attore di teatro amato da Moretti e Bellocchio

Riminese, aveva 82 anni. Ha vinto la battaglia contro il cancro, è stato sconfitto dal Covid. La sua ultima interpretazione nel film "Tre piani" (2021) di Nanni Moretti

L'attore Paolo Graziosi è morto a 82 anni

L'attore Paolo Graziosi è morto a 82 anni

Rimini, 1 febbraio 2022 - E' morto a Vicenza l'attore riminese Paolo Graziosi, versatile interprete di cinema e tv, grande protagonista teatrale. Aveva 82 anni compiuti da poco, si è spento questa mattina alle 7.58 all'ospedale San Bortolo della città veneta. Breve il messaggio dei suoi cari: "I familiari vogliono omaggiare l'artista insieme a tutte le persone che lo hanno conosciuto e amato". Ha combattuto e vinto una lunga battaglia contro il cancro ma è stato infine sconfitto dal Covid.  Lascia la moglie Elisabetta Arosio, la figlia Viola, nota attrice teatrale, e il figlio Davide.  

Graziosi amato dai grandi registi

Molto amato dai grandi registi per film autoriali, da Marco Bellocchio a Francesco Rosi, da Liliana Cavani a Luigi Comencini, la sua ultima interpretazione è stata nel film "Tre piani" (2021) di Nanni Moretti, con il ruolo del marito di Anna Bonaiuto.  Tra le sue più recenti apparizioni cinematografiche "Nessuna qualità agli eroi" (2007) di Paolo Franchi; "Il papà di Giovanna" (2008) di Pupi Avati; ha prestato il volto ad Aldo Moro ne "Il divo" (2008) di Paolo Sorrentino; è stato Carlo Antici ne "Il giovane favoloso" (2014) di Mario Martone, biopic sul grande poeta Giacomo Leopardi; "Pinocchio" (2019) di Matteo Garrone.  

Vita e carriera di Paolo Graziosi

Era nato a Rimini il 25 gennaio del 1940, qualche mese prima che l'Italia entrasse in guerra e aveva sempre seguito con tenacia la sua vocazione artistica, fino ad approdare a una prima notorietà nel 1962 grazie al cinema con cui esordiva nel film dell'ex aiuto-regista di Germi e Rosi, Enzo Battaglia, ne "Gli arcangeli". Cinque anni dopo Marco Bellocchio lo volle nel cast de "La Cina è vicina" per il ruolo del mefistofelico Carlo: un personaggio che raccoglieva tutta l'ambiguità dei tempi e che fu spesso anche il tratto distintivo di un interprete che poteva però calarsi nei panni più diversi e che, proprio per la sua duttilità e la robusta scuola teatrale, diventò punto di riferimento della sua generazione.

Nei primissimi anni viene notato anche da  Franco Zeffirelli, che lo sceglie per il ruolo di Mercuzio nel suo adattamento teatrale di "Romeo e Giulietta" (1964). Da allora la sua carriera si lega in maniera particolare al teatro, amando i ruoli creati da William Shakespeare e Luigi Pirandello tra gli altri, che alternerà con il cinema e la televisione. Dopo aver preso parte al film a episodi "La vita provvisoria" (1962) di Hervé Bromberger e Vincenzo Gamma e al mediometraggio "Ginepro fatto uomo" (1962) di Marco Bellocchio, mette a frutto la sua esperienza teatrale interpretando il cavaliere di Ripafratta nell'adattamento cinematografico de "La locandiera" (1966) di Franco Enriquez. Grazie al regista Bellocchio l'attore è coprotagonista di "La Cina è vicina" (1967). Protagonista alla fine degli anni '60 di una serie di film tv su personaggi storici (come ad esempio "Il complotto di luglio" d Vittorio Cottafavi), Graziosi torna al cinema per interpretare lo scultore Gian Lorenzo Bernini alle prese con la realizzazione del baldacchino di San Pietro nel film "Galileo" (1968) di Liliana Cavani. L'anno dopo ha un ruolo secondario in "Cuore di mamma" (1969). E' quindi apparso nel 1972 in "Il tema di Marco" di Massimo Antonelli e "D'amore si muore" di Carlo Carunchio.  Graziosi incarna Galano in "Cadaveri eccellenti" (1976) di Francesco Rosi, tratto dal romanzo "Il contesto" di Leonardo Sciascia.

Graziosi e la televisione

Molto attivo in televisione - recita in "Le affinità elettive" (1978), "Il processo" (1978), "Trionfi e caduta dell'ultimo Faust" (1980), "Il giovane dottor Freud" (1982), "Nucleo zero" (1984) - Graziosi dirada l'attività cinematografica per dedicarsi maggiormente al teatro, sua grande passione. Sul grande schermo continua a recitare in "Buon Natale... buon anno" (1989) di Luigi Comencini; nel 1991 appare ne "La condanna" di Marco Bellocchio, in cui interpreta il procuratore capo, e nella serie tv "I ragazzi del muretto". Incarna un colonnello dei carabinieri in "Una storia semplice" (1991) di Emidio Greco, tratto dall'omonimo romanzo di Leonardo Sciascia, l'ultimo film interpretato in Italia da Gian Maria Volonté.  Graziosi è Francesco Mancini ne "Il lungo silenzio" (1993) di Margarethe von Trotta, su un magistrato, alle prese con un'inchiesta delicatissima, che viene ucciso in un attentato, mentre veste i panni del colonnello dei carabinieri Tagliaferri in "Ormai è fatta!" (1999) di Enzo Monteleone.

Il ricordo di Rimini 

Con la scomparsa di Paolo Graziosi "non se ne va solo una parte della nostra città, un pezzo del miglior teatro italiano e un protagonista del cinema d'autore. Se ne va un attore. Sembra banale, ma la vita di Paolo si è snodata tutta lungo la strada impervia dell'interpretazione, di quello che con felice sintesi qualcuno ha definito 'il mestiere dell'attore'". E' il ricordo dell'Amministrazione comunale di Rimini. Al debutto attoriale appena compiuta l'età adulta, Graziosi ha vissuto "60 anni" di carriera "alternati tra teatro, televisione, cinema. Ruoli da protagonista e da caratterista ma tutti legati a un unico filo rosso: l'attore è un soggetto 'sociale' e dunque l'impegno civile deve essere la molla e il propellente di qualunque ruolo interpretato o vestito indossato", si legge in una nota del Comune di Rimini.  Sui palcoscenici riminesi "è stato varie volte protagonista, lo ricordiamo in particolare nel 2016 al Teatro degli Atti con la moglie Elisabetta Arioso in Edipo in compagnia di Alberto Bassetti, nel 2015 al Novelli ne Il ritorno a casa di Harold Pinter nella produzione del Teatro Metastasio della Toscana e Spoleto Festival dei 2Mondi, e ancora al Teatro Novelli, sempre con la moglie, nel 2005 con La lezione di Ionesco".  Rimini, conclude la nota, "nell'ambito della sua attività teatrale e cinematografica, cercherà la migliore iniziativa per valorizzarne l'eredità artistica e umana".