La guerra non è ancora stata vinta, ma una battaglia importante sì. Da mesi tiene banco la questione del salasso fiscale che si è abbattuto sui pensionati ex frontalieri, costretti a pagare le tasse in due stati. In Italia e a San Marino, nonostante una convenzione sottoscritta dai due Paesi vicini di casa nel 2014 che prevede che le pensioni di sicurezza sociale debbano essere tassate solo in uno Stato. “Il tema è ormai noto a tutti – dicono gli avvocati Clelia Santoro e Alessandro Amadei, presidente del Comites San Marino - ed è stato oggetto di diversi interventi anche al recente convegno dello scorso 20 maggio a cui hanno partecipato le più alte
cariche istituzionali della Repubblica di San Marino insieme all’ambasciatore d’Italia. La svolta improvvisa riguarda il caso di Giuliano Brugnoli, il quale, dopo avere ricevuto dall’Agenzia delle Entrate di Rimini una richiesta di pagamento in Italia delle imposte sulla pensione già pagate a San Marino con l’aggiunta di sanzioni e interessi, decise di inoltrare con l’assistenza dell’avvocata Santoro alla Corte di Giustizia Tributaria di primo grado di Rimini un ricorso contro la cartella esattoriale ricevuta e di attivare la procedura di risoluzione delle controversie fiscali internazionali, la cosiddetta Map che prevede la consultazione diretta tra l’amministrazione fiscale italiana e quella di San Marino”. Una battaglia legale che ora sta dando i suoi frutti. “Con enorme soddisfazione Giuliano Brugnoli, diventato ormai il simbolo della battaglia per la tutela dei diritti dei pensionati ex frontalieri, si è visto qualche settimana fa sospendere dalla Corte di Giustizia Tributaria di primo grado di Rimini la riscossione della
cartella di pagamento impugnata, in attesa dell’esito della Map. Questo provvedimento della Corte di Giustizia Tributaria di primo grado di Rimini potrebbe aprire nuovi scenari nella disputa tra i pensionati ex frontalieri ed il Fisco e rappresentare un precedente molto
importante per quanti si trovino nelle stesse condizioni”. Ora la palla “passa alle autorità dei Paesi contraenti – spiegano i legali - competenti per la trattazione
e composizionedelle controversie internazionali in materia di doppia imposizione, di cui seguiremo gli sviluppi e forniremo gli opportuni dettagli, augurandoci che la procedura possa andare a buon fine”. “E’ un precedente molto importante per tutti coloro che si trovano in casi simili – commenta il presidente del Comites - Riguardo ai tempi, non c’è un termine perentorio, ma visto che questo ricorso era stato depositato un anno fa e abbiamo dovuto attendere un pronunciamento nel 2024, pensiamo che nel giro di un annetto si possa definire la questione”.