Prostituzione e spaccio nel night In diciannove verso il processo

Dopo cinque anni l’operazione Privè arriva in tribunale: chiesto il giudizio per i gestori del giro al Lady Godiva. Nel noto locale di Marina Centro oltre a cedere cocaina avrebbero obbligato le ballerine a concedersi ai clienti. .

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Prostituzione e spaccio nel night In diciannove verso il processo

A quasi cinque anni dall’operazione ’Privè’, i 19 indagati a vario titolo per favoreggiamento, sfruttamento della prostituzione e spaccio di droga approdano in aula. Quella del gup del Tribunale di Rimini Manuel Bianchi, dove il 9 novembre prossimo gli uomini accusati di gestire il giro di prostituzione e droga all’interno del night Lady Godiva a Marina Centro si presenteranno a seguito della richiesta di rinvio a giudizio presentata dal sostituto procuratore Davide Ercolani, che coordinò le indagini della Squadra mobile che portarono, nel settembre del 2018, alle 19 misure cautelari.

Vittorio De Leo (faentino dipendente part time del Lady Godiva, ma di fatto ritenuto uno dei gestori), il ferrarese Rodolfo Luciani (proprietario del 50% della società), Angelo Mariano, Ervin Dervishi (tutti già finiti in carcere). E poi l’amministratore del Lady Filippo Catrani, Habil Dervishaj, l’addetto alla sicurezza del night Vladimir Dervishaj, più gli altri sette uomini che furono obbligati alla presentazione alla polizia giudiziaria da dopo lo smantellamento del presunto giro di droga e prostituzione all’ombra del Grand Hotel.

L’inchiesta guidata dal pm Ercolani era iniziata già nell’autunno del 2016, da un controllo della sezione narcotici della Mobile dopo le voci che circolavano su un grande giro di coca all’interno del noto night club. Concentrandosi sulla rete di pusher che gravitavano intorno al Lady, è così affiorato un presunto ’racket’ composto da italiani e albanesi i cui tentacoli si allungavano sulla gestione di spaccio e prostituzione. È stato così che, con tanto di telecamere installate all’interno del night, la polizia ha potuto scavare nel torbido e accertare che oltre allo spaccio e consumo di cocaina nel noto locale della riviera avveniva anche una prostituzione seriale delle ballerine.

Stando a quanto raccolto già nel 2018 dagli investigatori, Catrani (difeso dall’avvocato Stefano Brandina) insieme al ferrarese Luciani (difeso dall’avvocato Piero Ippoliti), il faentino De Leo (difeso da Giuliano Renzi e Giovanni Benzi) e Vladimir Dervishaj (difeso dagli avvocati Renzi e Nicola De Curtis) avrebbero favorito e sfruttato la prostituzione delle dipendenti del Lady Godiva. Assunte come "figuranti di sala" e poi ’prestate’ ai clienti del night per prestazioni sessuali, organizzando appunto anche gli incontri per le ragazze stesse. Subito dopo il maxi blitz della Mobile, il gip nel settembre 2018 aveva disposto anche il sequestro preventivo dello storico night, essendo emerso che all’interno veniva consumata appunto l’attività di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

Francesco Zuppiroli