Prostituzione, Pucci Cappelli patteggia 16 mesi

Squillo di lusso e cocaina: parte il processo all'ex night La Perla

Lo storico night di Riccione (FotoRiccione)

Lo storico night di Riccione (FotoRiccione)

Riccione (Rimini), 11 maggio 2017 - La Perla alla sbarra. Si è aperto ieri mattina il processo che vede sotto accusa lo ‘staff’ dello storico night . Non ci sarà Pucci Cappelli, il celebre viveur riminese, all’epoca dei fatti direttore del locale che ha patteggiato un anno e quattro mesi, per il favoreggiamento della prostituzione.

Le manette erano scattate il 6 ottobre del 2015, quando i carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Paolo Gengarelli, avevano chiuso il cerchio dell’«Operazione Ubris’. Un’inchiesta partita quasi per caso, sull’onda di un’intercettazione telefonica che aveva svelato come la Perla, messo sotto custodia giudiziale dopo essere finito nel mirino della camorra, era ora al centro di un giro di prostituzione. Nonostante le regole imposte dall’amministratore nominato dal Tribunale fossero ferree, dalle intercettazioni era emerso tutt’altro panorama. I militari ci avevano lavorato mesi, e alla fine erano riusciti a ricostruire il quadro per intero. Ballerine e entreneuse romene, moldave e albanesi avevano tutte un contratto regolare, ma non si limitavano al lavoro di routine. Oltre a fare consumare ai clienti litri di champagne, sostengono gli inquirenti, l’«azienda» concordava per lorto anche gli ‘extra’ con i frequentatori più danarosi, disposti a pagare fino a 1.200 euro per una serata ‘piena’. Una parte sostanzione andava alla ragazza, il resto ai gestori. I prezzi oscillavano, e naturalmente salivano alle stelle in tempo di fiere, quando la richiesta triplicava. C’era stato anche chi, avevano scoperto, era stato disposto a consegnare un assegno postdatato, pur di usufruire del trattamento speciale. Tutti contenti, tranne una. Una giovane ballerina che una sera aveva chiamato i carabinieri: «Aiuto, qui vogliono farmi prostituire».

Cinque le persone che erano state arrestate. Fra tutti spiccava naturalmente Pucci Cappelli, finito agli arresti domiciliari, sulla ‘piazza’ da tempo immemorabile che si era però difeso a oltranza, negando ogni coinvolgimento nel giro della prostituzione. In manette anche Rodolfo Luciani, di Comacchio, e Vittorio De Leo, faentino gestori e amministratori di fatto del locale. A questi si erano aggiunti Luca Lombini, imolese, autista delle ragazze e factotum del night, e Aurel Mekuli, l’albanese che pensava invece al rifornimento di cocaina. Mentre De Leo e Cappelli hanno scelto di patteggiare, gli altri sono finiti tutti davanti al Tribunale, con l’accusa di sfruttamento della prostituzione.