
Giambattista Puggioni
Un riminese è in semifinale ad ‘Una voce per San Marino’. Giambattista Puggioni, classe 1987, ha raggiunto le fasi finali del contest canoro, in programma venerdì e in onda su San Marino Rtv dal 17 al 21 febbraio. Puggioni è tra i cantanti in lizza per rappresentare i colori della Repubblica al prossimo Eurovision a Basilea.
Puggioni, come sta? "Molto bene, soprattutto dopo il mio ingresso in semifinale. Sono un ‘signor nessuno’ e potrei rischiare di finire all’Eurovision, per uno come me che ha sempre svolto un lavoro d’ufficio è un sogno. Vorrei che la musica diventasse non solo una passione, ma tutta la mia vita".
Cos’è per lei la musica? "Un qualcosa di fondamentale, non potrei vivere senza. Come tutti nasco da assiduo ascoltatore, le canzoni erano il mio rifugio, la mia salvezza. Poi a 13 anni l’ascolto non mi bastava più e così ho iniziato a cantare. Così è nato un grande amore".
Quali sono i suoi artisti di riferimento? "Ci sono colonne portanti della musica che mi hanno sempre ispirato come Vasco Rossi, Zucchero, Ligabue, Battiato e tanti altri. Poi c’è Loredana Bertè: ancora ricordo la prima volta che la vidi in tv, era il 1994 e abitavo in Turchia. L’unico canale italiano che si poteva guardare era Rai 1 e quel pomeriggio nel salotto di Mara Venier c’era lei che cantava ‘Amici non ne ho’. Ero folgorato e ho deciso che sarei voluto diventare un suo figlio d’arte. In ‘Tutta colpa della luna’ c’è una citazione dedicata a lei".
Di cosa parla il pezzo? "È un brano pop rock che si scontra su un tema sociale molto importante, quello della depressione, impersonificato proprio nella luna. La storia racconta di come io affronto questa luna (depressione), fino a quando mi rendo conto che il problema non sta in lei, ma nei miei occhi. Alla fine siamo noi che diamo l’importanza alle cose, decidendo se stare bene o male".
Com’è nato? "È partito tutto durante la pandemia, persi il lavoro e vidi molte certezze cadermi addosso. Non ho mai sofferto di depressione, ma le parole della canzone mi descrivono in prima persona. Il messaggio che emerge dal testo è che alla società e alle altre persone non andrà mai bene come siamo".
Per lei nascono prima le parole o la musica? "Tutto parte da un’esigenza che trasformo in versi di una canzone. Poi in base al testo Stefano Bianchi di Ubi Studio mi aiuta a cucirci sopra un buon ritmo".
Si aspettava di arrivare fino a qui? "Assolutamente no. Da ultimo arrivato ho consegnato alla produzione una chiavetta usb con la canzone e non mi sarei mai immaginato di essere ricontattato per la semifinale".
Qual è il sogno ora? "Sarebbe meraviglioso arrivare all’Eurovision, trasformare la mia passione in un lavoro. Ho tanti amici sammarinesi e vivendo a Rimini spesso li vado a trovare, quindi questo posto lo sento un po’ come casa mia".
Federico Tommasini