REDAZIONE RIMINI

Quando Riondino interroga Vergassola

Spettacolo oggi a San Marino: "Parleremo di Flaubert. Io interpreto il colto, Dario il cialtrone da bar al quale non importa rileggere i classici"

Quando Riondino interroga Vergassola

A San Marino andrà in scena uno spettacolo tutto giocato sul filo dell’ironia e del divertissement: un duo originale ma collaudato da anni di palcoscenico in coppia, quello formato da David Riondino e Dario Vergassola, affronta giocosamente un grande classico, Madame Bovary. Grazie alla corrosiva vena satirica dei due, nello spettacolo dal titolo I nostri classici Riondino accompagna Vergassola ad incontrare Flaubert: sarà l’occasione per il pubblico di rivisitare il romanzo in una forma inedita e spregiudicata. Il tutto si terrà nella sala ‘Il Ritrovo’ a Fiorentino oggi alle 15,30, e l’ appuntamento è promosso dalla rassegna ‘Sguardi oltre la scena - Incontri fuori dal teatro’ della Stagione Teatrale 20232024 di San Marino Teatro.

David Riondino, nato artisticamente come cantautore negli anni Settanta, cresciuto al Maurizio Costanzo Show e in trasmissioni e film di culto, ma soprattutto fine dicitore e protagonista della cultura teatrale e letteraria italiana, durante la sua carriera artistica ha esplorato quasi tutte le forme di comunicazione: disegno, scrittura, teatro, musica.

Riondino, qual è il suo ruolo nello spettacolo?

"Diciamo che sono una specie di cronista, trasformo la cronaca in una forma letteraria. Mi servo di Vergassola, per questo ipotetico esperimento del ministero della Cultura, che attraverso i soldi del Pnrr dell’Unione europea, vorrebbe alzare il livello di alfabetizzazione in Italia. Io interpreto il colto, lui il cialtrone da bar, che di rileggere i classici non gliene frega niente".

Vergassola la cavia di un esperimento socio-culturale?

"Dario è una maschera nazionale, e il risultato dell’operazione risulta a dir poco interessante: se non altro perché questa campagna nei teatri, con l’intento di elevare l’istruzione mediocre degli attori di cabaret in circolazione, e di riflesso quella di un Paese pigro e incolto come l’Italia, alla fine forse funziona".

Perché proprio Flaubert?

"Perché è uno scrittore classico molto attuale e Vergassola ha una cultura popolare, è un cantore della sconfitta sentimentale, fatta di sbagli di fallimenti, di drammi. Il mio interrogatorio-lezione, che finirà per portare a galla tutta l’attualità che ancora pervade un classico fondamentale dell’Ottocento, sarà un’insolita lettura comica dalla quale scaturiranno riflessioni".

Lei artista fantasioso e surreale, Vergassola dissacrante comico. Cosa avete in comune con lo scrittore francese dell’Ottocento?

"In comune abbiamo la scommessa di riuscire a rivelare ancora vivo, provocatorio, universale un suo pensiero, anche dopo duecento anni. In questo specifico caso di rilettura, Vergassola si mostra più popolare di me nel mostrarne l’attualità narrativa delle problematiche del romanzo, proprio perché lui è un comico satirico che sembra mandarla in vacca, ma che nella realtà arriva al pubblico, proprio come Flaubert arrivò allora e nei secoli a venire".

Rosalba Corti