Sciopero dei pescatori a Rimini: "I nostri banchi al mercato senza pesce"

I pescherecci restano fermi in porto per il caro gasolio. Cevoli: "Con questi rincari è impossibile continuare a lavorare"

Un’immagine del mercato coperto

Un’immagine del mercato coperto

Rimini, 8 marzo 2022 - Per un’intera settimana i banchi dei pescherecci al Mercato coperto non avranno pesce, a causa dello sciopero. "Protestiamo come fanno gli altri pescatori in Italia – premette Giancarlo Cevoli presidente della Cooperativa lavoratori del mare – Le associazioni nazionali alle quali facciamo capo andranno a Roma, per confrontarsi con il governo. Speriamo che qualcosa cambi. Fino ad allora aspettiamo e non usciremo in mare. I banchi dei pescherecci al mercato saranno quindi vuoti". Il problema è il prezzo del gasolio schizzato alle stelle anche a causa dele tensioni sui mercati provocate dalla guerra in Ucraina. Da tempo ormai, come accade alle pompe di benzina lungo le strade, il prezzo era in costante aumento. Prima che il caro energia facesse lievitare i prezzi, un litro di gasolio per i pescherecci costava tra 0,40 euro e 0,50. Oggi i prezzi sono arrivati a superare l’euro per ogni litro di carburante.

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"Con queste cifre non c’è più la possibilità di lavorare – riprende Cevoli – Così ci rimetti i soldi e basta". L’inizio dell’anno si era già aperto con prezzi del pesce al rialzo. Per alcune tipologie si era arrivati a pagare anche il 50% in più. Cifre che avevano fatto venire i brividi lungo la schiena dei ristoratori considerato che il periodo di inizio anno era di magra, le prenotazioni non abbondavano, le aste per accaparrarsi mazzancolle e canocchie erano tiepide, ma i prezzi aumentavano senza sosta. Poi ci si è messa anche la guerra in Ucraina a peggiorare la situazione. Oggi per un peschereccio d’altura, con motori potenti pensati per pescare al largo, pagare oltre il doppio per il gasolio è diventato insostenibile ammette Cevoli. "Non è pensabile aumentare il prezzo del pesce per quanto aumenta il gasolio. Per il pesce si fanno le aste. Se la domanda è poca i prezzi non si alzano. Dunque continuare a lavorare in questo modo è impossibile, ci si rimette e basta".

Per una imbarcazione d’altura il consumo giornaliero si calcola in migliaia di litri. Il gasolio diviene così la prima voce di spesa. Per una settimana i motori rimarranno spenti a meno che non arrivino prima delle buone notizie da Roma. Tutti fermi, in porto, sperando di strappare qualche rassicurazione, ristoro o altra forma di aiuto per tornare in mare.

"Solo a Rimini i pescherecci sono una quarantina. Nel complesso in questa settimana rimarranno fermi circa 300 marinai". Per qualche giorno bisognerà fare a meno di canocchie e sardoncini. Continueranno a vedersi banchi pieni di pesce congelato e di quello allevato, e continueranno a esserci cozze e vongole. Al momento il comparto delle vongolare non si fermerà. Nel Riminese se ne contano 36. Si tratta di imbarcazioni molto più piccole e con motori non paragonabili a quelli dei pescherecci d’altura. L’incidenza del carburante è decisamente inferiore, ma gli aumenti comunque pesano. "Le nostre imbarcazioni sono differenti – premette Michele Castelluccia, la presidente Consorzio vongolari – Per ora continueremo a lavorare ma siamo attenti alle evoluzioni della situazione".