Semprini chiude il tour de force nella sua Rimini

Domani l’ultimo di 64 concerti iniziati nel 2021. Il cantautore: "Condividerò con altri romagnoli il piacere di suonare qui"

Migration

"Aspetto la mia Rimini, quella che ha voglia di ascoltare la mia storia". Con questo invito il cantautore e chitarrista, Lorenzo Semprini, riminese doc, s’appresta a chiudere, domani alle 21 sul palco del Mulino di Amleto di Rimini, il suo tour fatto di 64 concerti iniziati nel 2021. Organizzato dalla Associazione Nebraska, lo show dal titolo 44 Gran finale special Xmas, vede il leader della rock band Miami & the Groovers, chiudere il cerchio di esibizioni live nate dal suo primo album da solista (44), con ospiti come Andrea Amati, Alessio Raffaelli, Antonio Vanzolini, e con la band romagnola al gran completo composta da Massimo Marches alla chitarra elettrica, Elisa Semprini al violino, Fabrizio Flisi alle tastiere, Paolo Angelini alla batteria, Francesco Pesaresi al basso, Mario Ingrassia alle percussioni e le due coriste Chiara Pari e Chiara Del Vecchio. Il concerto fa parte del ’44 tour’ che ha toccato decine di città italiane riscuotendo ottimi consensi di pubblico e critica e avvalendosi di importanti collaborazioni come Poggipollini, Lella Costa, Edoardo Bennato, Cristiano Godano (Marlene Kuntz).

Semprini, alla fine si torna sempre a casa, no?

"Rimini è tutto per me, e con questo concerto finale, condivido con altri artisti romagnoli, il bello di suonare qui. Sarà uno show speciale all’insegna della vera musica dal vivo, colorato di autenticità".

A Rimini ha dedicato anche una canzone?

"Sì. Quella ’Rimini 85’ che è un brano autobiografico, il racconto delle mie fine estati vivendole passando dal rumore, al silenzio. La suggestione è quella della mia infanzia, rapportata a chi sono ora e a cosa sono diventato crescendo".

Un ’Bilancio che non ha quadrato mai’ direbbe la Vanoni.

"Canto spesso questo brano, ma in realtà il mio bilancio è positivo. Ho creduto nei miei sogni, ho imbracciato la mia prima chitarra, guardando Ligabue, ed è stato proprio lui, a darmi l’input di suonare e voler intraprendere questa strada, a volte difficoltosa. Ma 64 concerti in poco più di un anno, mi dicono sia stata la strada giusta".

Che messaggio offre la sua musica?

"Voglio sorprendere non rassicurare, dando un taglio personale alle storie che racconto. Non voglio lanciare nessun messaggio, ma raccontare la vita senza sovrastrutture, che a mio parere, rovinano l’autenticità dell’artista".

Si sente un po’ il Marlon Brando di Rimini?

"Magari. mi sento un po’ americano per la scrittura cinematografica, ma nei miei brani, oltre al rock ci trovi la piadina romagnola. Certo che le collaborazioni, le influenze ti portano a sentirti Americano. Ma dentro di me c’è tanta Emilia Romagna, tanto Vasco, tanto Guccini e Ligabue".

Info biglietti: assonebraska@gmail.com

Rosalba Corti