Tassa sull'ombra Rimini, sconto ai bagnini. L'Imu si paga a metà

Raffica di ricorsi, gli operatori di spiaggia dovranno pagare. Ma con una riduzione del 50 per cento

Ombrelloni in spiaggia

Ombrelloni in spiaggia

Rimini, 12 dicembre 2019 - I cinquecento bagnini del Riminese pagheranno la cosiddetta 'Imu sull’ombra’, ma con una riduzione del cinquanta per cento rispetto a quanto richiesto dall’Agenzia delle Entrate. Contro i cui avvisi di riscossione erano scattati, dal settembre 2017, i ricorsi in massa, con le cartelle esattoriali impugnate dagli operatori balneari davanti alla Commissione Tributaria provinciale. Che ieri ha depositato le prime sentenze. Confermando appunto che i bagnini sono tenuti al pagamento dell’imposta, ma in maniera ridotta. I nuovi importi saranno comunque mediamente raddoppiati rispetto a quanto versato sinora all’Erario. 

«Posso anticipare che per noi è una sentenza positiva – attacca Diego Casadei, presidente provinciale dei bagnini di Oasi Confartigianato –, anche se dobbiamo ancora esaminarla nel merito insieme al nostro legale, l’avvocato Roberto Manzi. Tengo a sottolineare che parliamo di sette-otto sentenze rispetto agli oltre trecento ricorsi presentati».  «Ma tengo a precisare – aggiunge Casadei – che abbiamo sempre detto che l’Imu andava pagata, cosa che facciamo per i manufatti da anni. Ma abbiamo anche sostenuto che il calcolo dell’Agenzia delle Entrate era sbagliato, nel metodo e nel merito. Non andava versata l’Imu per ciascun ombrellone, ma per cabine e manufatti, insieme all’area di spiaggia, calcolata in base al canone demaniale». 

Diego Casadei, presidente provinciale dei bagnini di Oasi Confartigianato
Diego Casadei, presidente provinciale dei bagnini di Oasi Confartigianato

La sentenza conferma che i bagni sono attività idonee a produrre reddito. Ma annullano parzialmente gli avvisi di accertamento dell’Agenzia delle Entrate, nella parte in cui calcolavano il valore in base al numero di ombrelloni dichiarati». «La Commissione Tributaria – aggiunge il presidente della Cooperativa bagnini di Rimini sud, Mauro Vanni – ha emanato la sentenza basandosi sulle nuove circolari del ministero e dell’Agenzia delle Entrate nazionale, come avevamo chiesto nei ricorsi presentati. La circolare ministeriale aveva già chiarito che gli ombrelloni con l’Imu non centrano. Soprattutto è positivo che sia stata azzerata la richiesta iniziale, fatta dopo i primi accertamentil della Guardia di Finanza negli anni scorsi, che calcolavano circa 10 metri quadri a ombrellone, conteggiando 30-35 euro l’anno a ombrellone di Imu. Una modalità di conteggio che aveva fatto quasi quadruplicare la cifra iniziale. 

Il ’tesoretto’ complessivo, per la sola spiaggia di Rimini, era volato in questo modo a 200mila euro. Circa 500mila su scala provinciale. Cifre che, moltiplicate per le annualità scoperte - dal 2012 a oggi - portavano a oltre quattro milioni di euro. Uno tsunami sui balneari. Evitato anche grazie al provvedimento del governo precedente, che un anno fa, tra gli emendamento dal decreto fiscale, aveva inserito quello che mirava a «evitare la tassa sui metri quadrati di ombra degli ombrelloni presenti negli stabilimenti balneari». In pratica, si è trattato della revisione delle rendite catastali degli stabilimenti balneari, sulla cui base viene poi calcolata anche l’Imu.

  «Il nostro giudizio sulle prime ventisette sentenze della Commissione Tributaria provinciale è positivo – commenta il legale degli operatori, Roberto Manzi –. La Commissione ha accettato la nostra eccezione: il calcolo non va fatto sugli ombrelloni. Il giudice l’ha definito ’criterio inadeguato’. Viene invece valutata l’area di spiaggia, in base al valore del canone, come indicato dalle ultime circolari». Un caso esemplare: stabilimento di 16.300 metri quadri, 540 dei quali di superficie coperta, cabine, direzione, toilette... L’Agenzia delle Entrate chiedeva 7.780 di Imu all’anno; con la sentenza della Commissione la cifra è scesa a 3.820 euro. Poco meno di metà.