Trucidata sei mesi fa: è ancora caccia all’assassino di Pierina, ma senza indagati

Resta sotto sequestro l’appartamento della 78enne uccisa il 3 ottobre oltre al suo garage e al telefonino della nipotina di 16 anni. La vicina: "Io e Louis innocenti. Se pensassi il contrario lo denuncerei"

Resta sotto sequestro l’appartamento della 78enne uccisa il 3 ottobre oltre al suo garage e al telefonino della nipotina di 16 anni. La vicina: "Io e Louis innocenti. Se pensassi il contrario lo denuncerei". .

Resta sotto sequestro l’appartamento della 78enne uccisa il 3 ottobre oltre al suo garage e al telefonino della nipotina di 16 anni. La vicina: "Io e Louis innocenti. Se pensassi il contrario lo denuncerei". .

Rimini, 4 aprile 2024 – Aveva gli occhi sorridenti, Pierina. Incorniciati dalle rughe dei suoi 78 anni: segni del tempo che ormai sei mesi fa però ha smesso di scorrere per lei. Pierina Paganelli è stata uccisa dal coltello e dal mistero sul gelido pavimento del garage di via del Ciclamino 31, la stradella dove sorgono i palazzoni del borgo San Martino alle porte della città. Su di lei una lama mai ritrovata sei mesi fa ha inflitto 29 colpi di cui sono poi risultati fatali quelli a schiena e collo. L’ignoto assassino dell’anziana si è poi dileguato come inghiottito nel buio e nell’umidità del labirinto di garage da cui da mezzo anno ormai gli investigatori della squadra mobile cercano una risposta.

Chi ha ucciso Pierina? La domanda che assilla salotti, televisivi o privati e stanze della questura. Oltre alla consapevolezza che quell’assassino ignoto sia ancora là fuori, forse sospettato, di sicuro non indagato, dal momento che la Procura a oggi non avrebbe ancora sporcato l’intonso registro del fascicolo d’indagine per omicidio dove continuano ad ammontarsi pagine e pagine di verifiche e accertamenti. Un lungo lavoro di investigazione, coordinato dal pm Daniele Paci, per arrivare a inchiodare il responsabile o i responsabili per l’omicidio di Pierina. Di chiacchiericci ne son stati fatti tanti, in questi sei mesi trascorsi dal 4 ottobre scorso quando la nuora Manuela Bianchi trovò la 78enne senza vita in fondo alle scale del palazzo dove viveva, ma si attende ancora una svolta atesa, sperata e sospesa, con il solo alternarsi di sospetti e attenzioni, accertamenti, sui volti che più di tutti sin da subito hanno attirato la concentrazione di chi indaga.

Tant’è che ancora, dopo sei mesi, i sigilli restano sulla porta dell’appartamento di Pierina Paganelli e sul suo garage. Nonché sui telefonini dei sospettati e della nipote di Pierina, la 16enne da cui la polizia acquisì l’apparecchio per avere riscontri oggettivi sugli alibi della nuora Manuela Bianchi e di suo fratello Loris. Tutto è ancora nelle mani della Procura, mentre altri due protagonisti del giallo di Rimini, i vicini di Pierina Louis Dassilva e Valeria Bartolucci, continuano a ribadire la rispettiva estraneità a quanto successo a cavallo tra 3 e 4 ottobre, concentrandosi proprio sull’alibi che, secondo Valeria, scagionerebbe Louis da qualsiasi sospetto.

A favore dei microfoni della trasmissione Rai ’Ore 14’ Valeria Bartolucci nei giorni scorsi ha ribadito una volta ancora: "Non ho niente da nascondere a nessuno. La mia coscienza è pulita come un giglio. Io e mio marito (Louis Dassilva, ndr) siamo innocenti. Se sapessi che mio marito avesse compiuto un fatto così orribile non mi ci siederei neanche a tavola insieme. Figuratevi se non andrei a denunciarlo". Ma Valeria non ha dubbi, appunto. Quella sera del 3 ottobre, quando Pierina fu poi uccisa intorno alle 22.15/20, lei e Louis si trovavano in casa: dopo essersi addormentata sul divano alle 22 da poco passate, la donna si sarebbe poi spostata in camera, per poi prendere sonno dopo alcuni minuti e il tutto, stando alla versione fornita a giornalisti e inquirenti, sempre con il compagno Louis presente in casa. Alibi, indizi e indagini come chicchi di sabbia di una clessidra che è arrivata così a segnare il sesto mese dal delitto, mentre, per Pierina, il tempo si è già fermato.