Rimini, ubriaca in auto col figlio di 3 anni sul sedile

Uscita dall'auto, il piccolo le è caduto dalle braccia per varie volte. Poi insulti e minacce gli agenti. Arrestata e condannata

La donna era accasciata sul volante

La donna era accasciata sul volante

Rimini, 30 maggio 2018 - L'ha vista ferma, dentro la sua auto, nella strada che da Sant’Ermete porta a San Marino, con la testa appoggiata sul volante. Sembrava senza forze, forse vittima di un malore. Accanto a lei, sul sedile anteriore, un bambino di tre anni che stava giocando con un piccolo flauto. L’autista di un furgone non ci ha pensato su più di un secondo e si è immediatamente fermato a prestare soccorso a quella sconosciuta ed al suo bimbo.

Temeva che la ragazza potesse aver avuto un incidente o un’improvvisa perdita di conoscenza. Ha aperto la portiera dell’automobile e ha subito scoperto che la donna, una riminese di 35 anni, era, invece, in preda all’alcol. Aveva solo alzato il gomito, esagerando con birre e alcolici. Il conducente del camioncino ha aiutato la giovane a scendere dalla sua autovettura, una Seat, mentre la ragazza ha afferrato il figlioletto e l’ha preso in braccio.

Poi l'ha accompagnata a sedersi su una panchina di fronte al ristorante ‘Squadrani’, tra Santarcangelo e San Paolo. Ma il bimbo, in quel piccolo tragitto, le è caduto più volte dalle braccia. Vedendo la madre in quelle condizioni così critiche e temendo soprattutto per suo figlio di tre anni che le era al fianco, è stata immediatamente allertata la Polizia.

Ma quando è arrivata una Volante, poco dopo le 20,30, alla vista delle divise, la trentacinquenne ha reagito come furia, inveendo contro chiunque le si avvicinasse. Non ha voluto fornire neanche le sue generalità e come risposta, la giovane madre ha ‘esploso’ una raffica di insulti e minacce.

«Se mi togliete mio figlio, vi vengo a cercare e si trovo per la strada vi ammazzo», la frase più gentile che ha rivolto persino alla poliziotta che cercava di rassicurarla e di prendersi cura di lei e del bambino. Lo ‘show’ è degenerato con la riminese che è arrivata a tentare di colpire i poliziotti con un paio di calci. Così gli agenti sono stati costretti a metterle le manette ai polsi e arrestarla con l’accusa di minaccia, resistenza, oltraggio a pubblico ufficiale e rifiuto a fornire le proprie generalità. Nello stesso tempo sono stati allertati i servizi sociali del Comune di Rimini che hanno preso in affido il bambino di tre anni.

La donna (difesa dall’avvocato Federica Fabbri) ieri mattina è comparsa davanti al giudice per la direttissima: «Ho sbagliato, sono pentita. Avevo bevuto troppo, ho esagerato, lo so, la mia reazione contro la Polizia è stata violenta a causa dell’alcol, non volevo fare del male a nessuno», ha tentato di giustificarsi la riminese. La giovane ha raccontato di avere un piccolo lavoro, seppure in nero e di essere madre di altri due bambini che vivono con il padre. Non una parola sui motivi che l’avevano spinta ad affogare nell’alcol i suoi problemi.

Il giudice l’ha condannata a sette mesi di reclusione con pena sospesa visto che era incensurata. Il piccolo di tre anni resta, invece, affidato ai servizi sociali.