Uccisa davanti al figlio

Lei voleva lasciarlo per sempre, lui la massacra con un mattarello

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di Manuel Spadazzi

Le urla disperate di lei: "Aiuto, aiuto". I pianti del bambino. Poi, in via Rastelli, è sceso il silenzio. I vicini hanno subito temuto il peggio, e uno di loro ha tentato di arrampicarsi e entrare nella casa al secondo piano, senza riuscirci. L’orrore si è materializzato pochi minuti dopo, quando lui è uscito di casa con il volto sporco di sangue. "Che cosa gli hai fatto? Che cosa hai fatto al bambino?", hanno urlato i vicini a Simone Benedetto Vultaggio. Lui, impassibile, ha risposto loro: "Mio figlio sta bene, ora finalmente lei non potrà più parlare male di me, né a lui né a nessun altro".

Rimini ieri mattina è stata svegliata da un nuovo incubo. L’ennesimo femminicidio, il terzo in due mesi dopo quello di Angela Avitabile, uccisa dal marito il 22 aprile scorso, e quello di Noelia Rodriguez, accoltellata a morte il 20 maggio dall’ex. Ieri un’altra vittima: è Cristina Peroni, 33enne originaria di Roma, madre di un bimbo di appena 5 mesi avuto proprio da Vultaggio. I due si erano conosciuti un anno e mezzo fa, su Facebook. Lei era venuta a vivere a Rimini nella casa di Vultaggio, 47enne operaio della Colombini mobili a San Marino. La relazione tra i due da subito è burrascosa. Lei è rimasta incinta dopo un paio di mesi, la nascita del bambino aveva migliorato le cose, tant’è che era tornata a Roma. Lui l’aveva implorata di tornare a Rimini, perché voleva passare più tempo col figlio. Cristina aveva acconsentito, e una decina di giorni fa Vultaggio era andata a prenderla. Ma avevano litigato anche in questi giorni, soprattutto per il figlio.

Ieri mattina alle 8,30 la tragedia. L’ennesima litigata, lei gli dice: "Me ne torno a Roma, con nostro figlio". E lui diventa una belva. La aggredisce con il mattarello, lei cerca di scappare in camera da letto mentre il bambino piange disperato, lui la rincorre e la colpisce ripetutamente alla testa, poi infierisce con due coltellate alla gola. E’ già morta Cristina, quando lui torna nella sala da pranzo dal figlio, lo prende in braccio per calmarlo, poi esce sul pianerottolo fuori di casa e dice ai vicini, con il volto ancora imbrattato di sangue: "Mio figlio sta bene, lei ora finalmente non potrà più parlare male di me".

Vultaggio non tenta di scappare. Rientra in casa, avvolge il corpo di Cristina in un lenzuolo, e va in sala da pranzo dal figlio. Quando, pochi minuti dopo, arrivano gli agenti della Squadra mobile, diretti da Mattia Falso, trovano una scena orribile: Cristina è in un lago di sangue, il figlio in lacrime con una macchia di sangue sulla maglietta. Sul posto anche il sostituto procuratore Luca Bertuzzi, la Polizia scientifica, il medico legale. Vultaggio non oppone alcuna resistenza ai poliziotti mentre l’arrestano. Difeso dall’avvocato Alessando Buzzoni (nominato d’ufficio) è stato interrogato ieri pomeriggio da Bertuzzi, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. Si trova in cella ai ’Casetti’, sorvegliato a vista.