Vendeva elisir d’amore "Mago Amedeo" nei guai

Guadagni nascosti al Fisco con l’obiettivo di evadere l’imposta sul reddito. La Procura ha disposto un decreto di sequestro preventivo per 131mila euro

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Filtri d’amore, pozioni e incantesimi. Erano queste, secondo gli inquirenti, le specialità del mago Amedeo, al secolo Filippo Scardi, 52 anni, residente a Cattolica. Le sue arti magiche, nel tempo, gli avevano permesso di mettere da parte un bel ‘tesoretto’. Soldi che però, secondo la ricostruzione fatta dalle Fiamme Gialle, sarebbero stati nascosti al Fisco con l’obiettivo di evadere l’imposta sul reddito. Scardi, conosciuto negli ambienti dell’esoterismo con vari alias (‘Maestro Filippo’, ‘Otello’, ‘Camillo Varzì’), si ritrova ora indagato per omessa dichiarazione. Nei suoi confronti il gip Benedetta Vitolo, accogliendo la richiesta del sostituto procuratore Luca Bertuzzi, ha disposto un decreto di sequestro preventivo per oltre 131mila euro. Il mago Amedeo, però, si difende: sostiene infatti di aver raggiunto un accordo con l’Agenzia delle Entrate per quanto riguarda i mancati versamenti che gli vengono contestati dagli inquirenti. Ha ammesso di aver commesso un errore, rateizzando il debito e sta provvedendo a sanare la sua posizione attraverso versamenti regolari. Per questo motivo il suo legale, l’avvocato Caroli, si è detto pronto a impugnare il decreto davanti al tribunale del Riesame. Secondo la difesa, inoltre, le violazioni contestate al 52enne non avrebbero rilevanza penale, trattandosi di importi ‘sotto-soglia’. Gli accertamenti fiscali a carico di Scardi erano partiti dopo la denuncia di un’anziana, residente in provincia di Varese, che si era rivolta al mago cattolichino dopo aver visto un annuncio su un giornale. La donna aveva sborsato la bellezza di 63mila per ottenere un filtro d’amore che avrebbe dovuto permettere alla figlia di tornare insieme all’ex fidanzato. La pozione si era però rivelata un flop e così l’anziana aveva deciso di passare alle vie legali. Scardi, il padre e la compagna si erano ritrovati a processo con l’accusa di truffa aggravata: in primo grado sono stati condannati, mentre il processo d’Appello è in attesa di essere celebrato. Da quella prima denuncia erano però partite una serie di verifiche sui conti correnti del mago: ai militari delle Guardia di Finanza non erano sfuggite delle movimentazioni sia sui conti del 52enne che su quelli della compagna. Entrambi avevano cercato di giustificare gli importi in entrata facendo riferimento alla vendita di alcuni oggetti di antiquariato, ma la loro versione non aveva convinto fino in fondo gli investigatori delle Fiamme Gialle. Secondo la loro ricostruzione, nel 2014 e nel 2015 il mago avrebbe percepito redditi per 202mila e 134mila euro, non versando imposte per 80mila e 51mila euro.

Lorenzo Muccioli