Elezioni Rimini: per il candidato sindaco è caos Pd. Assemblea sospesa

Unica cosa certa: non si faranno le primarie. Si riunisce la Direzione del partito per la scelta finale. Seduta aggiornata a mercoledì

Jamil Sadegholvaad ed Emma Petitti

Jamil Sadegholvaad ed Emma Petitti

Rimini, 19 giugno 2021 - Questa sera Rimini non avrà il candidato sindaco del centrosinistra. Alla vigilia del più sanguinoso scontro vissuto dalla sinistra riminese, gli scenari sono ancora apertissimi. Lo dimostra il disperato appello lanciato ieri dalle vecchie glorie del partito, ex parlamentari e presidenti di Provincia, che alla vigilia della direzione convocata per oggi chiedono che si metta fine alla battaglia, prima che il Pd imploda.

Ma la sfida non è solo politica, il classico derby tra riformisti e sinistra dem. Nel caso riminese riaffiorano vendette e rancori, conti aperti e antiche ferite. Ci sono un monarca a fine corsa e un manipolo di notabili che sogna la rivincita dopo dieci anni di esilio politico. Un dramma shakespeariano più che una tornata elettorale.

Andrea Gnassi, il sindaco in carica, ha scelto il suo delfino, l’assessore Jamil Sadegholvaad. La sinistra del partito, che ha come bandiera la presidente dell’Assemblea regionale Emma Petitti, non ne vuole sapere. Nulla e nessuno è riuscito finora a farli ragionare. Ci hanno provato (nell’ordine di importanza) Letta, Bonaccini, Boccia, Calvano, nel frattempo la spaccatura è diventata una voragine che rischia di trascinare l’intero centrosinistra verso una inevitabile sconfitta.

Sadegholvaad resta in campo, la Petitti però non molla. Dai veleni che da mesi trasudano dai social si è passati alle carte bollate, tra ricorsi e controricorsi, e molti sono convinti che anche oggi non finirà con un voto a maggioranza. Andrea Gnassi, il vero kingmaker della partita, ha dalla sua un pezzo importante della coalizione e probabilmente i numeri, ma gli altri non cederanno neppure davanti a questo. Voleranno gli schiaffoni, come hanno lasciato intuire i firmatari del documento che di fatto sancisce l’esistenza di due Pd, che rifiutano ostinatamente di riconoscersi.

Giunti a questo punto potrebbe accadere di tutto, compresa la presentazione di due liste comunali partorite dallo stesso partito e pronte a misurarsi nelle urne. Oppure il commissariamento da parte dei vertici nazionali. C’è chi arriva a ipotizzare la scomparsa del simbolo dalla competizione comunale, sostituto da una coalizione di fede ‘gnassiana’ e da una lista che invece fa riferimento alla Petitti e all’ex assessore regionale Maurizio Melucci, l’uomo forte che si oppone alla successione del delfino di Gnassi. 

Ennesimo pit stop: si cerca una mediazione

L'assemblea comunale dei dem, che oggi avrebbe dovuto trovare la quadra dopo mesi di stallo sui candidati, è stata sospesa "per fare un ulteriore tentativo di mediazione al fine di non creare spaccature e lacerazioni", spiegano i segretari Alberto Vanni Lazzari, Filippo Sacchetti e Paolo Calvano. La sospensione è stata proposta dal responsabile nazionale enti locali, Francesco Boccia, che ha partecipato da remoto collegato alla seduta, d'accordo con i segretari locali. Un nuovo tentativo, dunque, per "individuare una posizione unitaria del Pd, senza ricorrere alle primarie, e mediante quello che Boccia stesso ha definito un patto 21-26 per il futuro della città di Rimini". Sulla proposta l'assemblea ha condiviso con 67 voti favorevoli e tre contrari l'aggiornamento della seduta, che sarà mercoledì sera. A oggi, per il Pd sono dunque ancora in campo sia l'assessore comunale Jamil Sadegholvaad che la presidente dell'Assemblea legislativa, Emma Petitti.