Sindaco di Pennabilli camicia nera, Bonaccini: "Chieda scusa o si dimetta"

Pd e Anpi chiedono l'intervento del prefetto per provvedimenti contro il primo cittadino. Il governatore Bonaccini è lapidario

Il sindaco di Pennabilli Giannini, al centro delle polemiche

Il sindaco di Pennabilli Giannini, al centro delle polemiche

Pennabilli (Rimini), 5 ottobre 2022 - Tutta la sinistra si schiera contro Mauro Giannini. Il sindaco di Pennabilli è accusato di inneggiare al fascismo dopo il messaggio scritto sui social sabato (e poi rimosso da Facebook) in cui, parlando della sua esperienza di militare, ha dichiarato: "Sono partito per servire la bandiera, avevo solo un credo e la camicia nera..." Non è l’unica frase choc pronunciata da Giannini, che a un certo punto ha scritto «il mio pensiero va a tutti i camerati presenti e morti…", ha parlato di "maschia gioventù" e a chi gli chiedeva se fosse un fascista, ha risposto: "Sono nato con la camicia nera e morirò con la camicia nera".

Il governatore Stefano Bonaccini è lapidario. "Caro sindaco di Pennabilli – scrive in un post –, il tuo proclamarti fascista è incompatibile con la Costituzione antifascista su cui hai solennemente giurato e con la fascia tricolore che porti. Chiarisciti anzitutto con te stesso e poi scusati o dimettiti". Il segretario provinciale del Pd Filippo Sacchetti, tra i primi ad attaccare Giannini, ieri è tornato sulla questione. «Abbiamo sollecitato la prefettura a intervenire – rivela –. E ci auguriamo che il prefetto accetti l’invito all’incontro chiesto dal gruppo di minoranza di Pennabilli Orizzonte comune". Sacchetti non si rivolge solo alle istituzioni, ma anche ai cittadini di Pennabilli. Ricorda loro che il paese è famoso per essere il borgo di Tonino Guerra, che iniziò a scrivere poesie proprio quando era prigioniero in un lager nazista. «Nel Palazzo del Bargello c’è una mostra sulla relazione tra Guerra e Carlo Bo. Consiglierei al sindaco Giannini di visitare la mostra e di scusarsi, per il ruolo che ricopre e per aver denigrato questo pezzo di storia della sua comunità». Anche l’Anpi insorge e chiede alla prefettura di intervenire (vedi l’articolo sotto). Tra le voci dell’associazione, anche quella di Giusi Delvecchio, la presidente Anpi di Santarcangelo: «Ci chiediamo se un uomo del genere sia in grado di rappresentare la nostra Repubblica e la Costituzione, che è antifascista». Il caso Giannini è già arrivato in prefettura. Ma per ora, da quanto trapela, il prefetto Forlenza non intende prendere provvedimenti. La prefettura ritiene di non essere competente per avviare un eventuale procedimento per apologia di fascismo contro Giannini. Che, nonostante la bufera, non fa retromarcia. «Il mio iniziale post su Facebook, poi censurato, voleva essere un atto d’amore verso la patria, un ringraziamento alle istituzioni e un saluto ai colleghi». Luogotenente dell’Esercito, il sindaco è appena andato in pensione. «Purtroppo c’è chi ha voluto strumentalizzare. Gli attacchi di Pd e partigiani? Sono sereno, io non ho fatto nulla di male», si limita ad aggiungere Giannini. Che ieri, su queste colonne, aveva detto: «Se essere fascista significa il rispetto della vita e dei valori Dio, patria, famiglia, sono onorato che mi diano del fascista".

Il sindaco Giannini nel post su Facebook dove si mostra in mimetica in Iraq e Somalia
Il sindaco Giannini nel post su Facebook dove si mostra in mimetica in Iraq e Somalia

Il consigliere di Fratelli d'Italia

"Questa storia è stata ingigantita. Conosco il sindaco di Pennabilli e posso assicurare che è una bravissima persona, pronto a farsi in quattro per il paese che amministra". Nicola Marcello, consigliere comunale a Rimini per Fratelli d’Italia, difende Giannini. Militare, come lui.

Non è una difesa ‘di categoria’ vero?

"Assolutamente no. Però voglio sottolinea che arruolarsi a 18 anni nella Folgore, il reparto d’assalto paracadutisti dell’Esercito ‘Col Moschin’, e prendere parte a numerose missioni all’estero, come ha fatto lui, è un punto d’onore, non qualcosa di cui ci si debba vergognare".

Questo nessuno lo ha sostenuto. Le critiche sono arrivate sull’apologia del fascismo.

"Sui valori non sono in disaccordo. Sul dichiararsi fascista assolutamente sì. Così come l’affermazione ‘morirò con la camicia nera’: mi pare esagerata e fuori luogo".

Insomma, lo condanna o no? "Come persona non lo condanno, si è sempre battuto per il bene di tutti. Condanno il metodo, il modo con cui ha fatto questa uscita sbagliata. Ma una persona come lui, che ha dato tanto per la Patria, capace anche di prendere il suo trattore per tagliare l’erba nel paese, non va messa in croce. Non bisogna enfatizzare queste dichiarazioni, né strumentalizzarle".

L’Anpi chiede che intervenga la Prefettura, valutando eventuali provvedimenti nei confronti del sindaco.

"Personalmente ritengo non siano necessari. Credo che Giannini, nel correggere il tiro con il suo secondo post, abbia chiarito".

Il sindaco è iscritto a Fratelli d’Italia?

"No. Nè mi risulta iscritto ad alcun partito".

Crede che questa polemica gli porterà più danni o vantaggi? "Di certo nessun danno. I suoi concittadini sanno che Giannini è una brava persona".

La presidente dell'Anpi

«Ho visto quel post incredibile del sindaco di Pennabilli già sabato. Come Anpi, a nome di tutti gli associati, dico che siamo letteralmente choccati. Non è un caso che Facebook abbia rimosso il post. Riteniamo necessario che la Prefettura e gli organismi preposti intervengano a riguardo». A commentare la sortita di Mauro Giannini («morirò con la camicia nera»), eletto al secondo mandato con una lista civica di centrodestra a Pennabilli, è la presidente provinciale dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia, Annarita Tonini.  Cosa l’ha più colpita?  «Premetto che Mauro Giannini già lo conoscevamo. Non ha mai tenute nascoste le sue simpatie. Oltre al mio ruolo provinciale sono anche responsabile della sede Anpi di Verucchio, e ho sott’occhio anche la Valmarecchia, per così dire».  Detto questo?  «Penso che il sindaco si sia lanciato in uno sfogo personale, un tantino troppo ‘orgoglioso’, per usare un eufemismo».  L’apologia del fascismo è un reato.  «Appunto. Premesso che è stato eletto sindaco democraticamente, ritengo che dovrebbe avere più rispetto del suo ruolo».  In che senso?  «Nel senso che io rispetto la sua figura istituzionale, non so se lo fa lui. Mauro Giannini può pensarla come crede, ma deve imparare a rispettare la sua carica. E ricordo che, come tutti i sindaci, ha giurato sulla Costituzione, che condanna chi esalta i fatti, gli esponenti, i princìpi e i metodi del fascismo».  Giannini ha successivamente corretto il suo post iniziale (‘era solo una lettera d’amore alla nostra radiosa Patria’), lo sa?  «Ho visto. Sta di fatto che lui ha abusato del ruolo che ricopre. Inoltre, come Anci, non è che possiamo stare dietro ai post di ogni leone da tastiera che scrive cose improbabili su Facebook. Anci ha diversi campi e ambiti di occupazione, non può anche avere una funzione di controllo sui social. Sto dicendo che almeno i sindaci dovrebbero sapere come ci si comporta».  Chi cerca di difenderlo dice che è stato messo alla gogna. «Ha scritto cose davvero pesanti, tipo ‘sono nato con la camicia nera e morirò con la camicia nera’. Vorrei ricordare che l’Anci, giunta ormai alla seconda generazione, rappresenta persone che con il sacrificio della loro vita hanno impedito che il fascismo e la dittatura vincessero. Questo non va mai dimenticato».  Cosa dirà a Giannini quando lo incontrerà?  «Mi verrebbe da tirargli le orecchie».