E’ morto il grande Arnaldo Cavallari

Pioniere del rally, re del pane e uomo di calcio. Si è spento ad Adria, aveva 84 anni

Arnaldo Cavallari (foto Braghin)

Arnaldo Cavallari (foto Braghin)

Adria (Rovigo), 3 aprile 2016 - Un grande lutto ha colpito il mondo dello sport e dell’imprenditoria. Ieri pomeriggio si è spento ad 84 anni Arnaldo Cavallari. Era ricoverato all’ospedale di Adria da una decina di giorni a causa dei postumi dovuti ad una caduta accidentale nella sua abitazione.

Quattro volte campione italiano di rally negli anni ‘60, viaggiatore per passione e per amore, ha vissuto tutto oltre i limiti dell’ordinario. Era nato a Fiesso Umbertiano da padre mugnaio, tra le farine e le macine, poi a sei anni arriva ad Adria e proprio ai Molini Adriesi deve in fondo la sua più popolare celebrità inventando con la precisione e la dedizione di uno scienziato la Ciabatta polesana, un pane esportato praticamente in tutto il mondo. Ma le origini della Ciabatta si fondono e s’intricano con la vita di Arnaldo. Dagli studi universitari in Economia e Commercio alle sue nozze con Bianca Poli, figlia del commendator Raffaele Poli di Bologna. All’inizio degli anni Settanta, dopo i successi del decennio precedente, oltre a fargli da maestro, fa coppia con il pilota di Cavarzere Sandro Munari, futuro campione del mondo. Chiude la carriera nel 1976 partecipando e vincendo tra le macchine di serie, con l’Alfasud, il Rally Costa d’Avorio-Costa Azzurra, la futura Parigi-Dakar. Donne e motori, un binomio che non ha risparmiato neanche Cavallari. Nove bambini che Arnaldo, dopo la separazione dalla moglie, ha avuto da cinque donne in diversi continenti. Nella vita di Cavallari c’è stato anche il calcio, è stato presidente dell’Adriese negli anni Novanta. E infine, ma non per ultimo, c’è stato il pane. Forse Adria, e il Polesine in generale, avrebbero dovuto riconoscere maggiormente il valore di un figlio che non ha mai dimenticato la sua terra e che questa terra l’ha avuta nel cuore tanto da averla portata nel mondo legata indissolubilmente ai propri successi.