Nuovo regolamento di polizia, è caos tra i bar del centro di Rovigo

Decoro urbano, raffica di polemiche. Il consigliere Ruggero: "Solo un malinteso"

Al centro, il plateatico del Caffè Dersut in Corso del Popolo (foto Donzelli)

Al centro, il plateatico del Caffè Dersut in Corso del Popolo (foto Donzelli)

Rovigo, 20 luglio 2018 - Che il nuovo regolamento di polizia urbana avrebbe provocato polemiche era fuori discussione. Che le reazioni più contrarie al codice ricco di divieti e prescrizioni - creato dalla giunta del sindaco Massimo Bergamin in nome del decoro urbano - sarebbero arrivate dai baristi, probabilmente il Comune non se lo sarebbe aspettato. Il nodo del contendere riguarda sedie e tavolini: secondo il provvedimento predisposto dal consigliere leghista Riccardo Ruggero - in collaborazione con l’assessore alla Sicurezza Stefano Falconi e il Comandante della Polizia locale Giovanni Tesoro - che ora si trova in commissione e sarà atteso poi al vaglio del Consiglio comunale, gli arredi dovrebbero essere portati dentro i locali alla loro chiusura.

Così la rabbia dei baristi - già alle prese con un altro regolamento dei plateatici, che impone metrature precise tra tavoli e vetrine e obbligherà gli esercenti, tra le altre cose, entro l’anno a disfarsi di sedie e tavolini in plastica e sostituirle con materiali in legno o metallo - è scoppiata.

Tuttavia il regolamento, come da precisazione di Ruggero, varrà solo per i bar che non hanno autorizzazione permantente. Per tutti gli altri la situazione dovrebbe restare inalterata. Ma la polemica resta, anche perchè il rischio di sanzioni da parte dei vigili per il mancato rispetto dei regolamenti rimane alto.

«Non abbiamo ancora visto il nuovo regolamento - dice Roberto Menin di Confesercenti - speriamo stavolta di essere convocati dal Comune. Quando invece è stato approvato il vecchio regolamento sui plateatici, siamo stati messi davanti al fatto compiuto. Nessuno ci aveva avvisati prima. Abbiamo dovuto chiedere vari incontri con gli assessori competenti per dipanare la matassa. Stavolta, visto che il regolamento ancora non è stato approvato dal Consiglio, speriamo che le cose vadano diversamente e che saremo convocati».

La questione all’interno del codice che riguarda i commercianti è solo quella relativa a sedie e tavoli. «Pare sia tutto frutto di un malinteso e che poco a poco si stia sgonfiando - continua Menin - sarebbe davvero assurdo se il Comune costringesse i baristi a spostare dentro i locali tutti gli arredi. Un conto è toglierli dal listòn della piazza una volta finita la serata, un altro portarli all’interno del bar tutti i giorni. Nessuno riuscirebbe a rispettarlo, sarebbe un lavoro troppo grande. In più avrebbe poco senso pagare per 24 ore il plateatico e poi doverlo togliere per 8-9 ore. Anche, eventualmente, per i bar con concessione stagionale. Nel caso, dovrebbero essere riviste le tariffe comunali, o quantomeno motivate le ragioni».

Quanto alla distanza dei tavolini dai vetri dei bar, per Menin la polemica non sussiste. «Lo spazio di 1,5 metri dal plateatico alle vetrine, al fine di far transitare senza problemi bambini e disabili - spiega - è previsto da un regolamento in vigore da 15 anni. Non è una novità. Se qualcuno ancora non la rispetta, significa che chi deve vigilare non vigila. Quando un titolare di un bar dispone il proprio plateatico dovrebbe guardarsi le prescrizioni, prima di occupare l’area. Ma quasi tutti lo rispettano e i vigili martedì hanno svolto alcuni controlli tra i bar di Corso del Popolo».