Bici contromano, Maragno: "Era ora"

Il presidente della Fiab dopo le novità sulla riforma del codice della strada: «Il ciclista è per definizione un po’ anarchico»

Gli amici della bici interessati alla riforma

Gli amici della bici interessati alla riforma

Rovigo, 13 febbraio 20198 - Niente più multe a chi pedala contromano. «Bene così», è il commento di Denis Maragno, 34 anni, operatore sociale in una cooperativa e presidente della Fiab di Rovigo, cioè della federazione italiana amici della bicicletta.

Il testo di riforma del codice della strada proposto da Movimento 5 stelle e Lega è in commissione trasporti dove verranno discusse le novità. Molte riguardano i ciclisti, che avranno la precedenza agli incroci e niente più multe a chi va contromano. Maragno vede di buon occhio i cambiamenti ma rileva che chi va in bici a Rovigo i problemi da risolvere sono ancora molti.

È d’accordo sul via libera alle bici contromano?

«Potrebbe valere solo per i centri storici e previa autorizzazione delle amministrazioni ma è comunque un passo in avanti. In tutta Europa è così, perfino in Polonia. E va bene, non sono stati registrati aumenti degli incidenti».

Perché trova giusto questa scelta?

«Il ciclista è per definizione un po’ anarchico nel suo andare. Questo genera un po’ di confusione quando la segnaletica non è adatta».

Sono state tante le multe ai ciclisti contromano a Rovigo, che voi sappiate?

«Qualcuna dev’esserci stata ma il ciclista è difficilmente multabile perché è molto veloce e il tempo della sua infrazione è così contenuto che passa via. Più facile multarlo se passa sotto i portici che sono spazi palesemente dedicati ai pedoni».

Il divieto nei sensi unici obbligava i ciclisti a scegliere percorsi troppo lunghi?

«Come tutti cerchiamo il percorso più breve, se alle auto il passaggio in una via lo puoi impedire facilmente con il ciclista è più difficile. La sua valutazione dei rischio è diversa, tende a violare più spesso il codice della strada».

Nel nuovo codice entreranno anche skateboard e monopattini. Cosa ne pensa?

«Ho letto che se ne stava discutendo, tra l’altro leggevo che potranno muoversi esclusivamente all’interno delle piste ciclabili. Anche lì, è un qualcosa di veramente intermedio tra il pedone ed il ciclista, più veloce di un pedone non come una bici. La soluzione vera è aumentare gli spazi a questi mezzi. Uno skater non lo trovi in viale Oroboni, è più facile in centro storico. La conflittualità nasce nella condivisione degli spazi».

A Rovigo di piste ciclabili ce ne sono. Come sono messe?

«Siamo fermi. Il problema si trascina da più di un decennio. Abbiamo una discreta rete ciclabile, che richiederebbe manutenzione, ma non è connessa. Via Fuà Fusinato è l’esempio migliore di ciclabile urbana, bellissimo servizio per chi ci abita ma inizia e termina nel caos, da un lato hai una rotatoria dove non sai come muoverti. Nella direzione opposta il percorso ciclabile dovrebbe portarti in viale Trieste ma non c’è il collegamento e l’incrocio è pericoloso».