Febbre del Nilo, il medico. "La battaglia va fatta con la disinfestazione"

Parla il medico, Emilio Ramazzina, che diagnosticò il primo caso

l dottor Emilio Ramazzina che ha diagnosticato il primo caso di West Nile in Polesine (Foto Donzelli)

l dottor Emilio Ramazzina che ha diagnosticato il primo caso di West Nile in Polesine (Foto Donzelli)

Rovigo, 28 luglio 2018 - Emilio Ramazzina, direttore del dipartimento di medicina interna dell’Ulss 5, andato in pensione dopo 38 anni, è stato il medico che ha diagnosticato il primo caso di West Nile in Polesine.

«E’ stato – afferma – l’episodio che ricordo in modo particolare nella mia carriera sanitaria. Si trattò della prima diagnosi di encefalite da West Nile, la zanzara del Nilo, su una persona ricoverata all’ospedale di Trecenta. Il fatto risale ad alcuni anni fa. Purtroppo la paziente da Trecenta fu trasportata in terapia intensiva a Rovigo e morì. La malattia allora era poco conosciuta».

Ramazzina ha iniziato la sua carriera nel 1980 all’ospedale che allora si trovava in via Badaloni, il suo maestro è stato il prof. Cavazzuti. Dopo 10 anni diventò aiuto e poi primario all’ospedale di Trecenta nel 2004 e a Rovigo nel 2010 mantenendo il ruolo a Trecenta , sempre di medicina interna.

La zanzara del Nilo è tornata a colpire in questi giorni, perché questa recrudescenza?

«Perché fondamentalmente non è stata fatta un’adeguata disinfestazione, la lotta larvale non è stata fatta nei periodi giusti, quindi l’effetto è stato il proliferare delle zanzare. E’ chiaro che se non viene fatta la disinfestazione non esiste altro tipo di prevenzione efficace a parte quella personale, vedi uso di prodotti repellenti. Ma la vera battaglia contro la West Nile va fatta con la disinfestazione».

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Chi deve intervenire per tutelare la salute?

«Sono i Comuni che devono provvedere, l’Ulss fornisce informazioni, ma poi sono le amministrazioni locali a dover intervenire sulle larve e nella fase larvale delle zanzare».

Il Polesine è una zona favorevole al proliferare di questa famigerata zanzara?

«L’ambiente polesano sicuramente favorisce la crescita e lo sviluppo della West Nile. Di zanzare ne abbiamo avute sempre tante da noi, il tipo di clima e l’umidità le aiuta a riprodursi. E anche gli animali possono fungere da serbatoio riproduttivo. Il primo serbatoio in Polesine di queste zanzare è stato trovato in un cavallo, ma può presentarsi anche in altri animali».

La puntura della West Nile può essere mortale?

«Può essere mortale se l’infezione viene contratta da una persona anziana e debilitata, ma una persona con le difese immunitarie integre riesce a superare l’infezione. Casi di mortalità nel nostro territorio sono avvenuti solo su persone in età avanzata malate croniche, persone che sono state punte mentre lavoravano in orti o giardini».