Giovani e lavoro. "Mia figlia e il sogno del posto fisso, una vita da precaria"

Il dolore della madre: "Si è laureata con 110 e lode, tutto inutile. Ha superato i 35 anni e nessun imprenditore è disposto ad assumerla"

L’appello di Carmen Spadon: "Il tetto dei 35 anni per incentivi alle imprese sia tolto"

L’appello di Carmen Spadon: "Il tetto dei 35 anni per incentivi alle imprese sia tolto"

Rovigo, 6 gennaio 2020 - Un calvario di contratti a termine per sostituire personale in malattia o in maternità. Mesi e anni tra concorsi e l’attesa che finalmente arrivasse una chiamata, magari una lettera per annunciare che quel sogno chiamato lavoro per il quale lotta da quando a 24 anni si è laureata in filosofia con il voto di 110 e lode era finalmente diventato realtà. Invece al posto di quella missiva è arrivata un’altra doccia fredda. "Mia figlia ha compiuto 37 anni – spiega la madre Carmen Spadon – e adesso davanti a lei non c’altra prospettiva se non quella dei contratti a termine. Quando si superano i 35 anni agli imprenditori non vengono più concessi incentivi per le assunzioni a tempo determinato, una legge assurda che per mia figlia si è trasformata in un incubo". Al quale si aggiunge anche la beffa. "Avremmo fatto richiesta – riprende la donna – per avere almeno il reddito di cittadinanza, almeno così riesce ad avere un po’ di soldi e magari qualche prospettiva tramire l’iter che bisogna seguire con questo strumento di accesso al lavoro. Ma mia figlia non ha diritto nemmeno a questa misura. Nell’Ise viene infatti inserito il reddito di tutta la famiglia e con questo calcolo si superano i 6mila euro richiesti per poter usufruire di questa agevolazione". Una maledizione, che si è dipanata nel corso di tanti anni da quando la ragazza ha conquistato il traguardo, grazie al suo impegno ed alla sua forte passione per gli studi, della laurea specialistica in filosofia ed etica pubblica all’università degli studi di Padova.

"La fine della vita. Punto fondamentale dell’esistenza umana", era questo il titolo della sua tesi. Un giorno di festa, l’alloro a cingerle il capo, l’abbraccio dei genitori e degli amici. Tante le aspettative e i desideri in attesa di mettere piede sul mercato del lavoro. E con un impiego magari la famiglia ed i figli. "Invece è ancora a carico nostro – riprende la madre in ansia per il futuro della figlia –. E per fortuna siamo riusciti a comprarle noi una casa, altrimenti non so proprio come avrebbe fatto ad avere almeno un po’ di indipendenza. Per quanto riguarda la famiglia, mi dica lei come fa una ragazza a farsela senza avere la certezza di un lavoro, di un reddito fisso. Con l’ansia che il contratto sta invece per scadere e che non verrà rinnovato. Che chissà quando arriverà il prossimo impiego, comunque sempre a termine". In questo periodo ha lavorato per vare aziende, per alcuni mesi anche nella nostra struttura sanitaria. Fino al giorno impresso nel foglio di carta, la data che segna la fine dell’esperienza e l’inizio di nuove preoccupazioni ed ansie.

"Gli imprenditori – riprende la madre – mirano giustamente ad avere incentivi per così riuscire ad assumere a tempo indeterminato. Ebbene, quando il limite di età per poter usufruire di questi fondi era di 29 anni lei ne aveva di più. Adesso il tetto è stato alzato, si arriva a 35 anni. e di nuovo lei l’ha superato e ne ha di più". Carmen Spadon fa una pausa, pensai ai sogni di sua figlia, a quello che voleva fare da grande. Riprende. "Nel discorso di fine anno – sotto linea – il presidente della Repubblica ha parlato del lavoro che manca e delle forti disuguaglianze che ci sono sul mercato. Ma una forte disuguaglianza paradossalmente esiste anche tra chi è disoccupato. Infatti chi ha superato la soglia dei 35 anni è alla fine senza tutele lavorative da parte dello Stato. Mentre per chi è sotto questa soglia d’età sono previsti incentivi fiscali e contributivi fino a 8mila euro per le aziende che decidono di assumere". Un paradosso. Ma non il solo. "I limiti legati all’età – riprende – sono stati ormai aboliti da tempo perfino nei concorsi pubblici però sono stati messi per gli over 35 che puntano ad entrare nelle aziende private. Così quando un datore di lavoro riceve un curriculum da chi ha varcato questa età lo cestina subito". Il danno e la beffa. "Nel 2017 – spiega ancora – c’erano gli incentivi solo fino a 29 anni. La Regione Veneto quando si è resa conto che gli over 30 erano senza tutele ha istituito per loro un fondo con l’assegno del lavoro. Morale? Trovano un posto i parrucchieri, elettricisti, meccanici ed idraulici. Chi ha una laurea alla fine non se ne fa niente". © RIPRODUZIONE RISERVATA