"L’asporto, una goccia nel mare. Forti perdite negli agriturismi"

La denuncia di Coldiretti: "Crac senza precedenti". La titolare di un’attività ha ricevuto appena 4mila euro di ristori

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Sono oltre 26mila i bar, ristoranti, pizzerie e mille gli agriturismi costretti a stare chiusi in Veneto dove è consentita la consegna a domicilio o l’asporto con limitazioni fino alle 18. Una mazzata per molti locali che, a causa di guadagni assai risicati a fronte delle spese vive che rimangono comunque alte, preferiscono mantenere le serrande abbassate. Una situazione che tocca il fatturato agricolo regionale pari a 6 miliardi di euro. "Si tratta di un settore fatto di eccellenze e denominazioni che portano la nostra regione ai vertici della produzione di qualità in Italia", spiega Daniele Salvagno presidente di Coldiretti Veneto. A livello nazionale il colpo di grazia ha già segnato i consumi alimentari degli italiani fuori casa che nel 2020 sono scesi al minimo da almeno un decennio con un crac senza precedenti per la ristorazione che dimezza il fatturato (-48%)". Una perdita complessiva di quasi 41 miliardi di euro, secondo le stime Coldiretti su dati Ismea. "Gli effetti della chiusura delle attività – riprende Salvagno – interessano anche l’occupazione oltre a farsi sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – conclude Salvagno – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato". Uno degli esempi emblematici delle difficoltà che il settore sta attraversando è quello di Maria Adelaide Avanzo, imprenditrice, titolare dell’agriturismo Ca’ Zen, una splendida villa risalente al XVIII secolo, che si trova nel cuore del Delta del Po in un’oasi di verde. "Finora – la sua denuncia di alcuni giorni fa – dallo Stato ho ricevuto come ristoro solo 4 mila euro". Briciole per un agriturismo che ha forti spese e di conseguenza forti perdite quando si riduce in modo così drastico il volume dell’attività. La tenuta, sotto l’argine del Po, offre un servizio di bed and breakfast con la possibilità di pernottare e opportunità per i clienti di panoramiche escursioni in bicicletta, in barca e a cavallo. Il Covid -19 , tra prima e seconda ondata, ha messo in crisi l’azienda. "Oltre alle disdette – confessa Maria Adelaide Avanzo – ho alcune richieste di restituzione acconti del 2020 convertiti in voucher, spendibili entro il 2021. Mi scrivono : a causa della pandemia pensiamo che sarà molto difficile poter soggiornare da voi a maggio del 2021, abbiamo quindi pensato di chiedere la restituzione dell’importo da noi versato a marzo dello scorso anno, la situazione non fa ben sperare per il 2021. Già da marzo dell’anno scorso c’è stata un’ ecatombe di disdette di clienti americani, nord europei, canadesi, tedeschi e poi anche italiani , in pratica tutta la stagione è stata cancellata fino a maggio. Il 1 giugno ho aperto e sono arrivati tanti italiani. Quanto agli eventi che organizzo, alcuni sono saltati e altri posticipati, insomma tra qualche difficoltà ho lavorato fino al 28 ottobre, poi si è fermato tutto".

Agnese Casoni