MARIO BOVENZI
Cronaca

Mistero a Frassinelle, strage di lumache

Fosso ostruito e bloccata l’acqua, imprenditrice perseguitata da mesi

Nicoletta Prelevato, insegnante ed imprenditrice, al volante del suo trattore tra i campi

Nicoletta Prelevato, insegnante ed imprenditrice, al volante del suo trattore tra i campi

Frassinelle (Rovigo), 19 agosto 2018 - Un fazzoletto di terra delimitato da altri appezzamenti e da un fosso nelle campagne di Frassinelle. Lì Nicoletta Prelevato, insegnante ed imprenditrice, ha creato due anni fa un allevamento di chiocciole. Lì, da alcuni mesi, viene portata avanti quella che non è eccessivo definire una persecuzione, fatta di una serie di episodi sempre più inquietanti.

A più riprese è stato interrato il fosso che porta l’acqua all’allevamento che ha causato una morìa delle lumache ed un danno che si aggira sui 40mila euro. In pratica è stato azzerato il lavoro di un anno. Il motivo? Per un momento un mistero che stanno cercando di chiarire i carabinieri di Canaro che hanno ricevuto dalla donna una serie di denunce tutte molto circostanziate dove si raccontano le tappe di quello che per lei è diventato un calvario.

«Gli episodi – racconta Nicoletta Prelevato ancora turbata – sono cominciati a giugno ed ormai non si contano più. Non so quale ragione ha innescato un simile comportamento. In pratica ho perso tutto il mio lavoro, queste lumache erano destinate ai ristoranti ed anche ad una linea di bellezza. Ora l’80 per cento della produzione è stato azzerato a causa della mancanza d’acqua nel fosso e dubito, visto anche il clima torrido di questi giorni, di riuscire a salvare il restante 20% dell’allevamento. Io comunque non mi arrendo, mi sono rivolta ad un avvocato anche per essere risarcita».

E’ una passione nata durante la sua infanzia quella che porta Nicoletta a realizzare il sogno di creare un allevamento di lumache che si chiama ‘Le perle’. «Avevo sei anni – racconta – e il mio vicino aveva raccolto alcune chiocciole che aveva messo in una cesta. Mi piacevano e me le sono portate via. Ho preso tante di quelle botte da mia madre che alla fine è nato in me il desiderio di avere ed allevare le lumache». Dopo un po’ di anni e tanti sacrifici quel desiderio esce dal cassetto e diventa un progetto imprenditoriale. «Andava tutto a gonfie vele – riprende – mi sono creata una serie di contatti con sagre e ristoranti. Ho ideato la linea di bellezza con una serie di prodotti cosmetici».

Tutto sembra procedere bene, l’allevamento ingrana. Fino a quando succede il primo imprevisto. Un giorno, siamo a giugno, dai tubi che servono per rifornire di acqua gli appezzamenti non esce più nulla. La donna si accorge che il fosso di confine è praticamente secco. E trova, tra lo stupore, che il fosso è stato interrato. La donna si rimbocca le maniche, ripristina il fosso e riesce a portare l’acqua in quei fazzoletti di terra. Trascorrono alcuni giorni e di nuovo dai tubi non esce una goccia d’acqua. Le lumache cominciano a morire una dopo l’altra, è una strage. Lei presenta la prima denuncia alla quale ne seguiranno altre, fino a quella dell’altra giorno.