"Occupazione, il grande appeal del Veneto"

L’assessore regionale al Lavoro Donazzan commenta i numeri

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"Il Veneto si conferma una regione altamente attrattiva per l’occupazione, in particolare nei settori delle costruzioni, industria dei mezzi di trasporto e servizi evoluti i settori più attrattivi. Belluno e Verona sono le province venete che attraggono il maggior numero di lavoratori non veneti, a dimostrazione del dinamismo occupazionale che contraddistingue questi territori. Questa la fotografia che indica il livello di attrattività della nostra regione a livello occupazionale. Il Veneto attrae per l’offerta di posti di lavoro tanto quanto per il livello di qualità di vita che offre il nostro territorio. Un segnale positivo che, in questo momento di ripresa, rappresenta un elemento in più che ci fa ben sperare per il futuro". Così l’assessore regionale veneto al Lavoro Elena Donazzan commenta i dati contenuti nell’indagine dell’Osservatorio Mercato del Lavoro di Veneto Lavoro relativamente alla domanda di lavoro coperta dalla manodopera locale e alla mobilità geografica dei lavoratori assunti. I dati dimostrano che oltre il 10% delle assunzioni effettuate ogni anno in Veneto riguarda lavoratori domiciliati fuori regione, prevalentemente nei territori confinanti (Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Lombardia), ma anche dal Sud Italia. Il 77% della domanda di lavoro espressa dalle imprese di un determinato territorio è coperta da lavoratori domiciliati all’interno della stessa provincia. Un altro 12% proviene da altre province del Veneto, molto spesso da quelle confinanti. La mobilità dei lavoratori è condizionata dal volume complessivo delle assunzioni, risultando più elevata nelle fasi di maggior dinamismo del mercato del lavoro, e varia in funzione di specificità settoriali quali la domanda di lavoro stagionale, turistica o agricola, quella legata a figure professionali particolarmente specializzate e i reclutamenti del sistema scolastico. Il maggior numero di lavoratori non veneti si registra nei territori di confine e in particolare a Belluno (13,8% sul totale), Verona (12,4%), Rovigo (11,9%) e Venezia (11,1%).