Pannelli, si allarga il fronte del no "Il futuro del fotovoltaico dovrà passare dai tetti"

"Si possono raggiungere gli obiettivi che il nostro Paese si è assunto per la produzione di energia da fonti rinnovabili senza consumare altro suolo agricolo? La risposta è affermativa. Ora oltre a noi, ci fa piacere che anche la rappresentanza di un’altra categoria di imprenditori come Confartigianato lo confermi con il suo studio relativo alla città di Vicenza inserito nel rapporto nazionale 2021 sul consumo del suolo". È il commento di Coldiretti Veneto che aggiunge: "Si allarga così il fronte del no al consumo di suolo agricolo per lasciare spazio ai mega parchi fotovoltaici che stanno piovendo sul Veneto ed in particolare sulla provincia di Rovigo. Ci auguriamo che anche questo pronunciamento, insieme a quello di Italia Nostra e di Federconsumatori possa contribuire ad un cambio di rotta. Non vanno dimenticate le preoccupazioni espresse dalla comunità scientifica agricola (Associazione Italiana Società Scientifiche Agricole) rispetto alla diffusione degli impianti fotovoltaici e agrovoltaici – aggiunge Coldiretti Veneto – per le distorsioni negative sul valore dei terreni con un’ulteriore compromissione della redditività agricola, nonché di decine di migliaia di cittadini che stanno firmando la petizione nazionale oltre a quella a livello regionale che conta già 24mila adesioni. Dobbiamo, quindi, accelerare l’approvazione della legge che ponga fine a questa che appare sempre un vero e proprio scellerato “attacco alla diligenza” delle aree coltivate. Serve una legge che indichi le aree idonee e inidonee ad ospitare pannelli a terra, escludendo le terre agricole che servono per produrre cibo, garantendo biodiversità, ambiente e paesaggio. Terre agricole che sono invece l’obiettivo dei grandi gruppi internazionali che vogliono fare business sulle energie rinnovabili, massimizzando i profitti e distruggendo aree fertili strappate a prezzi bassi. Invece bisogna fare energia green utilizzando i tetti – precisa Coldiretti Veneto – come indica lo studio di Confartigianato, le cave come indicate l’associazione delle bonifiche, le migliaia ettari di aree dismesse e gli oltre 9.000 ettari di aree attualmente destinate a usi non agricoli e non ancora utilizzati".