Adria, le ostetriche vanno in piazza: "Il punto nascite non si tocca"

Flash mob davanti al teatro di Adria

Lo staff delle ostetriche del reparto con una mamma

Lo staff delle ostetriche del reparto con una mamma

Rovigo, 13 luglio 2018 - Il punto nascite dell’ospedale di Adria a rischio chiusura, si accende la protesta. Oggi, alle 19, verrà promosso un flash mob davanti al teatro comunale di Adria. Ad annunciare l’iniziativa sono le stesse ostetriche del reparto che hanno lanciato un appello alla cittadinanza facendo rimbalzare l’sos sui social. «Non è un invito per le sole mamme in dolce attesa – dicno – ma per tutti coloro che intendono salvare il punto nascite e tanti posti di lavoro. Dobbiamo essere numerosi».

Il direttore generale dell’Ulss 5 Antonio Compostella ha dichiarato che la notizia è stata una sorpresa. «E’ stato un fulmine a ciel sereno – ha affermato –. Ho subito chiesto notizie alla Regione. Il decreto è stato firmato l’anno scorso dal ministero della Salute, la Regione aveva chieso una deroga per sette punti nascite. Ma il ministero non ne ha accolti tre, tra i quali, l’ospedale di Adria, di Piove di Sacco e di Valdagno. La disposizione ministeriale diventa subito operativa – ha precisato –. I tempi saranno rapidi e il tutto avverrà nel giro di due settimane. Rimane comunque il reparto di ginecologia, così come i posti letto, verranno fatti i monitoraggi, le visite. Ma per partorire bisognerà fare riferimento all’ospedale di Rovigo». Molte mamme che hanno partorito nel nosocomio di Adria hanno in questi giorni postato messaggi sui social per complimentarsi con il reparto ostetricia e chiedere che non venga chiuso. «Siete un reparto meraviglioso con personale molto professionale, tutte ragazze splendide, dalla prima all’ultima» è l’opinione di una donna. Si mobilitano anche i sindaci di Adria, Omar Barbierato, di Piove di Sacco, Davide Gianella, e di Valdagno, Giancarlo Acerbi. «Dobbiamo fare squadra – dicono – per evitare la chiusura dei rispettivi punti nascite». Anche il sindaco di Trecenta, Antonio Laruccia, si è unito all’appello dei colleghi. Insieme hanno chiesto al presidente della Regione, Luca Zaia, un incontro urgente. «Siamo fiduciosi nell’intervento del governatore – spiegano i primi cittadini – che già ha dimostrato grande capacità di tutelare gli interessi dei nostri territori  per il mantenimento di servizi di primaria importanza come i punti nascite». I sindaci hanno chiesto un incontro al ministro della salute. Sul fronte del governo si sta muovendo la Lega che sta lavorando per bloccare la direttiva capestro dell’ex ministra della Sanità.

«Abbiamo intrapreso un dialogo con il ministero – dice l’assessore regionale Cristiano Corazzari – per chiedere il mantenimento del punto nascita di Trecenta e di Adria. Adria è un importante e irrinunciabile presidio». Battagliera Antonietta Giacometti, parlamentare. «La direttiva Lorenzin – spiega – imponeva alla Regione la soppressione dei punti nascita con numero di parti al di sotto dei 500 all’anno. Però non ha considerato le distanze da un punto nascite all’altro». Ora il problema della distanza sarà fondamentale per portare a casa la revoca per Adria. Anche il comitato a difesa dell’ospedale di Adria, presieduto da Enrico Naccari, annuncia battaglia. «Diciamo a tutti, da Roma a Venezia che non ci arrendiamo», promettono. «Siamo purtroppo arrivati alla resa dei conti» l’intervento dell’ex vice sindaco di FI, Federico Simoni. «Le conseguenze del governo Renzi e del Pd – precisa – si rivelano in questa decisione prevista dal decreto dell’ex ministro della salute».