Sebastiano Paneduro morto, regalava sogni dall’Odeon di Rovigo

Aveva 58 anni, era l'uomo delle 'pizze'

Rovigo, Sebastiano Paneduro per tanti anni operatore del cinema Odeon (Foto Donzelli)

Rovigo, Sebastiano Paneduro per tanti anni operatore del cinema Odeon (Foto Donzelli)

Rovigo, 6 dicembre 2018 - A dieci anni dalla chiusura dell’Odeon, Sebastiano Paneduro è morto, aveva 58 anni. Era l’operatore cinematografico delle sale del centro. L’esperto che si occupata delle ‘pizze’ cinematografiche. In città era una figura conosciuta. Un accenno di sorriso al passaggio degli spettatori e poi su per le scale, in sala macchine.

Sebastiano è morto lunedì, era ricoverato all’ospedale Borgo Trento di Verona. Il funerale sarà domattina nella cattedrale del Duomo, la sepoltura al cimitero di Granzette. Per l’ultimo saluto ci saranno la madre Silvana, i fratelli, le cognate, i nipoti, i parenti e gli amici. Ma anche i conoscenti di una persona che aveva saputo farsi apprezzare per competenza, serietà, gentilezza e affidabilità. Aveva cominciato a lavorare nei cinema e nei teatri nel 1982 al Duomo quando era ancora gestito dalla cooperativa del Tu. Oltre cinque anni fa, nel maggio del 2013, cinque anni dopo la chiusura dell’ultimo vero cinema in centro, l’Odeon, Sebastiano parlava così del proprio lavoro: «Ho un gran bel ricordo. Era la mia passione». Un lavoro che consisteva nel montaggio e nello smontaggio delle pellicole.

«All’inizio facevo tutto da solo, poi quando sono diventate quattro le sale, i Proto (i proprietari dell’Odeon, ndr) hanno assunto un aiutante — raccontava Sebastiano —. C’era da gestire la contemporaneità delle proiezioni. Le pellicole nuove arrivavano il venerdì verso le 14,30 o al massimo alle 15. Bisognava controllare le pizze. Che non ve ne fossero di uguali o di mancanti. Sono sempre otto o nove a film». Sebastiano ha sempre sperato che il cinema in centro avrebbe riaperto. In certi periodi il sogno pareva si sarebbe realizzato. Poi svaniva. Consapevole della sua professionalità il Comune lo aveva impiegato poi impiegato al Teatro Sociale come maschera a chiamata. E lui si era sempre fatto trovare pronto. Ora se n’è andato, troppo presto. Aveva soltanto 58 anni. E lascia un vuoto profondo non solo tra i familiari ma anche tra chi ricorda con tristezza una Rovigo che non c’è più.