Veneto in zona arancione: "Ormai siamo alla farsa"

Scattano nuove restrizioni, la rabbia dei commercianti: "Ogni giorno il governo cambia idea. Un’impresa lavorare"

Marcello Merletti, la sua gioielleria ha oltre sessant’anni di storia

Marcello Merletti, la sua gioielleria ha oltre sessant’anni di storia

Rovigo, 9 gennaio 2021 - Scatta la zona arancione per tutto il Veneto a partire da oggi e fino al 15, quando verrà varato il nuovo decreto. I più penalizzati saranno bar e ristoranti, ai quali sarà concesso solo l’asporto. Aperti invece i negozi ma le limitazioni sugli spostamenti finiscono per pesare sulle vendite.

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Perché la Lombardia non è finita in zona rossa (e il Veneto è arancione)

"Sicuramente ci sarà una ricaduta anche per il commercio, come accaduto nel periodo natalizio – interviene Sergio Milan della Casa del tendaggio –. Il nostro settore può lavorare anche in zona arancione ma bisogna sempre vedere se le persone avranno voglia di muoversi con tutte queste restrizioni. A preoccupare è soprattutto la situazione economica delle famiglie che non è detto possano spendere. Purtroppo finché non usciremo da questa emergenza sarà così. Noi ci stiamo comunque impegnando per offrire qualche promozione e qualche novità sperando di continuare a lavorare anche se poco".

La zona arancione però è confermata solo per alcuni giorni perché la decisione definitiva spetterà al governo. "Ci sentiamo presi in giro – commenta Matteo Fiorati del bar gelateria Quarto di Luna –. Un giorno sei giallo, quello dopo arancione, non si sa se sarai aperto oppure no. Eppure da lavorare con i clienti e farlo con asporto cambia tutto. Questa continua situazione di incertezza non ci permette di gestire efficacemente le nostre attività, a partire dalla semplice decisione di cosa e quanta merce ordinare. Aiuti non ne arrivano, almeno ci venissero incontro abbassando un po’ le tasse".

Non sono solo i bar però ad essere incerti e ad attendere informazioni più sicure. "Mi sto muovendo in maniera cauta con gli acquisti della merce – spiega Asia Masiero della fioreria Asia the Wonderwood –. Sono tutti beni che hanno una determinata durata e se rimangono in negozio vanno buttati. Mi dispiace perché a Natale era andata abbastanza bene anche se le persone si erano mosse verso la fine. La preoccupazione è che con le zone arancione ci sarà molto meno movimento e questo influirà sicuramente sulle vendite".

Un anno da dimenticare il 2020, che sta mettendo in crisi anche le attività storiche. "La gioielleria ha oltre sessant’anni di storia – commenta Marcello Merletti dell’omonimo negozio –. Quest’anno il Natale è andato malissimo. La gente si sposta poco, le rare volte che il centro si riempie è quando chiudono i centri commerciali. È vero che in zona arancione gli spostamenti all’interno del comune sono concessi, ma bisogna vedere se le persone avranno soldi in tasca da spendere".

Anche coloro che sono sempre rimasti aperti hanno riscontrato perdite, proprio a causa della mancanza di persone. "Siamo rimasti aperti anche in zona rossa ma esclusivamente per fornire un servizio – commenta Luigi Masarà, ottico –. Se la gente non può muoversi liberamente viene in negozio giusto per le urgenze, come cambiare una vite negli occhiali o prendere le lenti a contatto. Ristori ne sono arrivati pochissimi e non sono certamente stati sufficienti a coprire le perdite, infatti nei mesi di marzo e aprile abbiamo dovuto usare la cassa integrazione per i nostri dipendenti. Novembre e dicembre sono andati meglio ma rimane il problema che non c’è movimento. Nei Dpcm vengono indicati i servizi essenziali senza specificare quali siano e la gente, credendo che sia tutto chiuso, non esce di casa".