MAURO FELICORI*
Economia

Le Due Torri sono il top, ma ora il sistema deve diventare regionale

Bologna, una città ricca di cultura e arte, è considerata la "capitale della cultura". Tuttavia, per diventare ancora migliori, è necessario sviluppare un sistema culturale regionale e aumentare la visibilità dei nostri artisti a livello nazionale.

Per chi ama la cultura Bologna è una città ideale. La più antica università del mondo ne fa un centro di ricerca e richiama studenti da tutta Italia e non pochi dagli Stati Uniti, dall’Europa, dalla Cina, decine di migliaia di giovani e intellettuali per i quali vedere un film d’essai, ascoltare un concerto di Stockhausen, un’opera di Puccini, vedere uno spettacolo di Castellucci non sono scelte voluttuarie e saltuarie, ma componenti necessarie della vita quotidiana. Routine.

La invidiabile posizione, all’incrocio fra nord e centro, est e ovest, la dispone anche ai grandi incontri di massa, quei concerti pop-rock che da Patty Smith a Bruce Springsteen si celebrano più facilmente qui che persino nella grande Milano.

Con una domanda di cultura così larga, la città non può che essere una ’capitale della cultura’, una città in cui persino la domenica sera e il lunedì "c’è sempre qualcosa da fare", mentre dal giovedì alla domenica pomeriggio "non si sa cosa fare", ma nel senso che troppo largo è il ventaglio delle scelte, e qualcosa si deve perdere.

Perfetto? Si può fare meglio? Sì, certo, ma per fare un salto occorre che nasca davvero un sistema culturale regionale, che ogni teatro, ogni auditorium, ogni live club o centro sociale possa contare non solo su pubblici provinciali, ma su tutti i quattro milioni e mezzo di abitanti dell’Emilia-Romagna. Che si possa andare a teatro da Bologna a Parma o anche a Cesena, e tornarsene a casa. E la condizione è che il sistema ferroviario regionale faccia un salto, offrendo alla sera un servizio di qualità comparabile con quello diurno, che permette ormai a tante migliaia di noi, di vivere in una città lavorando in un’altra.

La seconda sfida sta nella capacità di farci ascoltare in Italia con i nostri artisti, le nostre produzioni. Bologna e la sua regione non sono più solo importatori di spettacolo e arti, abbiamo ormai presenze assai significative anche nella musica, nel cinema, nell’editoria. Ma non siamo ancora capitale nel grande mondo dell’informazione e della comunicazione. La nostra antenna non emette con la stessa potenza di quelle di Milano e Roma.

La classifica del Sole 24 Ore registra lo stabile primato di Bologna, ogni anno ne andiamo giustamente fieri, ma è bene che l’orgoglio nutra anche sempre nuove ambizioni.

*Assessore alla Cultura

della Regione Emilia-Romagna