Gli scatti di Pesaresi . Riccione in bianco e nero. Bizzarra e grottesca nelle sue notti senza fine

Un viaggio che racconta le discoteche più celebri, viale Ceccarini, i turisti a bordo del trenino e le insegne dei locali tirate a lucido .

Si riconoscono gli interni di alcune celebri discoteche, si può osservare viale Ceccarini, i turisti festanti che salutano a bordo di un trenino, così come le insegne dei locali tirate a lucido. Immagini di innamorati che si guardano o passeggiano abbracciati. È una Riccione che viene raccontata tra sorrisi, travestimenti, provocazioni o semplici attimi di quotidianità quella che affiora dagli scatti di Marco Pesaresi, il celebre fotografo riminese scomparso nel 2001. Sono spaccati di vita notturna e giorni d’estate. L’artista, negli anni Novanta inizia il suo grande lavoro su Rimini, ma il suo è un viaggio dai confini ben più estesi. "Per Marco Pesaresi Rimini non ha limiti, il suo obiettivo si ferma anche nei Comuni vicini, come Riccione, appunto", racconta Mario Beltrambini, curatore insieme a Jana Liskova della duplice mostra Rimini Revisited, appena conclusa nella città felliniana e a Savignano. "Per Pesaresi non esisteva la territorialità, non faceva distinzioni, si poteva spostare con la macchina da San Mauro Mare a Misano. E Riccione è molto presente, naturalmente, sia con i suoi luoghi più famosi sia con le discoteche. In occasione della mostra abbiamo esaminato circa 25mila negativi realizzati per “Rimini”, ma in tutto sono circa 50mila e ci sono altri materiali interessanti. Ad esempio, è inedita e bellissima la fotografia scattata nella Perla Verde che ritrae la signora con in braccio un gatto bianco". Nei faldoni conservati nel fondo fotografico a Savignano è una scoperta continua, Beltrambini infatti spiega come l’artista non inserisse indicazioni e quindi si lavora anche per ricostruire luoghi e soggetti. "Pesaresi conservava quello stupore natio che gli permetteva di cogliere con sguardo sensibile tutto ciò che lo circondava e interagiva subito con chi incontrava e desiderava fotografare". Ed ecco personaggi bizzarri, volti grotteschi, ma anche il mondo dell’infanzia con la sua semplice bellezza. Un tempo sospeso tra atmosfere rarefatte rese ancor più evocative dall’uso del bianco e del nero. Scatti che restano nella memoria collettiva, regalano sorrisi e ricordi, come la foto della ragazza con indosso una corona di carta. Quella giovane era una ballerina del Cocoricò, una spagnola di nome Susana e questa estate ha scoperto di essere la protagonista del manifesto: è così tornata in Riviera svelando l’identità di un’immagine simbolo.

Lina Colasanto