Idrogeno verde nelle aree dismesse Il maxi-progetto della Regione

Primo finanziamento a fondo perduto da 19 milioni di euro per le aziende interessate alla produzione. Gli impianti dovranno sviluppare una potenza compresa tra uno e dieci megawatt, bando in rampa di lancio

Idrogeno verde nelle aree dismesse  Il maxi-progetto della Regione

Idrogeno verde nelle aree dismesse Il maxi-progetto della Regione

di Mariateresa Mastromarino

Per ridurre del 55% le emissioni di anidride carbonica entro il 2030, rispetto ai livelli degli anni 90, e per raggiungere un altro importante traguardo, che è la neutralità climatica entro il 2050, la Commissione europea ha presentato il pacchetto legislativo ‘Fit for 55’, in linea con il Green Deal europeo. E in questo ambizioso piano, l’idrogeno svolge un ruolo chiave: utilizzando il potenziale dell’idrogeno verde, infatti, si potranno decarbonizzare con successo le industrie ad alte emissioni, coinvolgendo anche altri settori più difficili da ridurre, e l’aviazione. Si tratta, in più, dell’unico idrogeno sostenibile al 100% e commercialmente praticabile.

Per questo motivo, la Regione punta a stimolare la domanda, in ambito industriale e nei settori della logistica e del trasporto locale, perché l’utilizzo di idrogeno in combustione può trovare impiego in settori industriali nei quali è più difficile abbattere le emissioni di gas serra, includendo anche tutti quelli produttivi, che utilizzano oggi idrogeno fossile per usi non energetici, e che non possono essere del tutto elettrificati.

Un progetto ambientalista, quindi, che mette in evidenza l’impegno regionale e comunale nel tema delle politiche green. L’Emilia-Romagna, in particolare, punta alla produzione di idrogeno verde nelle aree industriali dismesse, con l’obiettivo di progettare e realizzare nuovi siti di produzione di ‘energia pulita’, cioè quell’energia prodotta attraverso metodi che non rilasciano gas serra o altri inquinanti, e che può essere generata da fonti rinnovabili, come il sole e il vento.

Un esempio è l’energia verde. La Regione, nel dettaglio, incentiva l’impiego di questo tipo di energia soprattutto nelle zone che contano insediamenti produttivi energivori, come le ceramiche e i cementifici. Nella lista, anche gli stabilimenti industriali di produzioni della carta e petrolchimici, e i sistemi della logistica.

La produzione dei nuovi impianti, di conseguenza, dovrà sviluppare una potenza compresa tra uno e dieci megawatt.

Ma non si tratta solo di idee: già dalle prossime settimane, la Regione inizierà a sostenere gli investimenti delle diverse imprese interessate, grazie alla predisposizione di un primo finanziamento a fondo perduto, dal valore di 19,5 milioni di euro. Una somma sostanziosa, ricavata dalle risorse del Pnrr, stanziate dal Governo in seguito all’adesione di viale Aldo Moro – già dallo scorso anno – alla manifestazione di interesse prevista da un apposito bando del ministero della Transizione ecologica. La Giunta regionale ha già avviato la procedura per approvare un primo bando che selezionerà i progetti per la realizzazione di impianti di produzione di idrogeno rinnovabile in aree industriali dismesse, individuate dalla pianificazione urbanistica dei Comuni, unitamente a uno schema di Accordo da sottoscrivere col ministero dell’Ambiente e Sicurezza energetica (Mase). Ma Bologna sogna e lavora in grande, firmando il ‘Climate city contract’, che prevede il raggiungimento della neutralità climatica già nel 2030. Oltre alla diminuzione del 20% dell’anidride carbonica, altri progetti, sono in cantiere, come quello di Tper, che riuscirà ad avere una flotta decarbonizzata di 900 mezzi, con navette elettriche e a idrogeno, con circa un miliardo di investimenti.