Monghidoro in fiore: la bellezza si fa comunità «Si tratta di un invito concreto al decoro

Contributo / Intervista alla sindaca Barbara Panzacchi sul concorso “Balconi Fioriti”. Venerdì 8 agosto la premiazione

Barbara Panzacchi, sindaca di Monghidoro

Barbara Panzacchi, sindaca di Monghidoro

Un fiore non risolve i problemi, ma può comunicare apertura e accoglienza e soprattutto, può ricordarci che la bellezza non è un lusso: è un diritto di tutti e un dovere reciproco. Per questo, in un’epoca in cui l’identità dei luoghi sembra spesso dissolversi nell’anonimato urbano, ci sono iniziative che riconnettono le persone al territorio rendendo visibile, l’invisibile: la cura, l’attenzione, l’orgoglio di appartenere a una comunità. Il concorso “Balconi Fioriti”, promosso da Confabitare insieme all’associazione Oltr’Alpe, con il patrocinio del Comune di Monghidoro, è esattamente questo: un piccolo gesto collettivo che sboccia ovunque, sui balconi, nei cortili, nei giardini, e parla il linguaggio universale della bellezza. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti i residenti del Comune di Monghidoro, due le categorie in gara: balconi e giardini. In palio, buoni acquisto da utilizzare nei negozi locali specializzati in florovivaismo e giardinaggio. La selezione si è conclusa il 15 luglio e la scelta dei vincitori si è svolta in due fasi: una votazione popolare attraverso le fotografie esposte nei mercati settimanali, e una valutazione di merito da parte di una giuria nominata congiuntamente da Comune, Confabitare e Oltr’Alpe. La cerimonia della premiazione, aperta a tutta la cittadinanza, si terrà venerdì 8 agosto alle ore 20:30 nella caratteristica location del Chiostro della Cisterna a Monghidoro, all’interno di un evento organizzato dall’Associazione Oltr’Alpe, col patrocinio dell’Amministrazione Comunale, nella serata dei tradizionali mercatini e della Festa di Santa Maria. Ci sono dei premi, ma questa iniziativa non è una gara: il concorso è un atto d’amore verso il paese tramite il quale vince tutta la comunità. Come sottolinea Alberto Zanni, presidente nazionale di Confabitare: “I balconi e i giardini fioriti non solo sono uno spettacolo visivo, ma offrono anche vantaggi estetici e funzionali: creano un’atmosfera accogliente e armoniosa nelle nostre case che contribuisce a migliorare la qualità della vita di chi vi abita o vi soggiorna. Ognuno di noi può contribuire positivamente alla bellezza e all’identità della sua zona”. Balconi Fioriti è dunque un invito a guardarsi intorno e a scoprire quanto può cambiare l’anima di un paese attraverso piccoli gesti quotidiani. “Ringrazio Confabitare per la preziosa collaborazione con Monghidoro e Oltr’Alpe all’organizzazione del concorso 'Balconi Fioriti' - commenta la Sindaca di Monghidoro Barbara Panzacchi - questo concorso contribuisce significativamente ad incentivare il decoro di Monghidoro e delle sue frazioni, impreziosendo e valorizzando il nostro territorio. Invito tutti i cittadini a partecipare con entusiasmo”. Ne abbiamo parlato proprio con lei, che ha voluto fortemente il progetto proprio per restituire valore a una dimensione spesso trascurata, ma centrale nella vita di ogni cittadino: l’abitare consapevole. Sindaca Panzacchi, in che modo il concorso Balconi Fioriti migliora il contesto urbano di Monghidoro? «È una forma di coinvolgimento semplice, ma efficace. In primo luogo, rappresenta un invito concreto al decoro urbano: un tema che l’amministrazione ha molto a cuore, sia per quanto riguarda gli spazi pubblici, sia nel promuovere comportamenti virtuosi anche nel privato. Rendere bello ciò che ci circonda non è solo estetica, è attenzione per la comunità e vedere il paese curato, accogliente, gradevole, ha un impatto profondo sull’umore delle persone perché invoglia a prendersi cura del proprio spazio, ma anche a rispettare quello degli altri. È una spinta gentile verso la responsabilità condivisa. E poi c’è un effetto emulativo, contagioso: chi vede un vicino impegnarsi a curare il proprio balcone, si interroga sul perché, si dà delle risposte e magari partecipa a sua volta contribuendo al decoro urbano. Il concorso diventa così un pretesto per riscoprire il piacere del bello, per creare piccole reti di vicinato, per ritrovare quel senso di comunità che spesso rischiamo di dimenticare». Quanto è sentita a Monghidoro la cultura del decoro e del prendersi cura del proprio spazio? «Direi che è molto presente, certo, esistono alcune case che necessiterebbero di riqualificazione, specie tra le seconde case, ma in linea generale i cittadini tengono al proprio immobile e all’aspetto del paese. C’è una coscienza diffusa, anche nelle giovani generazioni, del valore simbolico di un luogo ben tenuto; e c’è anche una forma di rispetto per chi arriva da fuori, per chi passeggia o semplicemente osserva le nostre strade e le nostre case, che quando sono belle e ben curate lo fanno sentire accolto. Abbiamo molte case sparse, frazioni e borgate che negli anni sono state riqualificate nel rispetto della tradizione, cito ad esempio le abitazioni in sasso. Non solo in centro, ma anche nelle zone più periferiche, dove spesso sono state recuperate abitazioni antiche con grande sensibilità. Questo concorso è un incentivo a continuare su questa strada: non è necessario che un privato investa grosse cifre, curare ciò che si ha è un modo per far emergere l’orgoglio di chi abita in un bel posto e vuole contribuire a creare un’immagine armoniosa, coerente, bella. Il valore simbolico di un balcone curato dunque, non va sottovalutato perché è una forma di comunicazione silenziosa, ma potente che racconta chi siamo, cosa vogliamo trasmettere, quanto teniamo al nostro paese». In che modo, secondo lei, la cura dell’estetica urbana influisce sul benessere di chi vive e visita Monghidoro? «È una questione tanto emotiva quanto culturale: quando arrivi in un paese curato, con fiori, particolari ordinati e spazi puliti, ti senti accolto. È come entrare in una casa dove tutto è al suo posto: ti rilassi, ti senti rispettato. Questo vale per i residenti, che vivono meglio in un ambiente armonioso, ma anche per i turisti, che percepiscono immediatamente il valore umano del luogo. Tutti noi beneficiamo enormemente di un ambiente bello, è dimostrato che il decoro urbano riduce lo stress e migliora la qualità della vita. Il fiore sul balcone non è un ornamento, ma è un messaggio da parte del cittadino che dice alla comunità: “Ci sono, tengo a Monghidoro e tengo anche a te”, perché la bellezza condivisa è una forma di ospitalità silenziosa, ma eloquente, a maggior ragione a Monghidoro, che essendo un comune turistico, è tenuto a mettere in pratica questo tipo di accoglienza, essenziale per costruire relazioni positive. A livello profondo, quando senti che qualcuno si prende cura del luogo in cui vivi o che visiti, senti che il paese ti rispetta, e questo, oggi più che mai, fa la differenza».