Tra bici, moto e Circus. Autodromo Ferrari, un mito lungo 71 anni

Il 4 settembre 1980 Imola ospita per la prima volta il Gran premio d’Italia. Nel 1968 il trionfo iridato di Adorni, quattro le edizioni del Motomondiale.

Tra bici, moto e Circus. Autodromo Ferrari,  un mito lungo 71 anni

Tra bici, moto e Circus. Autodromo Ferrari, un mito lungo 71 anni

Moto, bici e F1: immagini che passano dal bianco e nero al colore, tenute insieme dai grandi concerti rock. È la storia dell’Autodromo di Imola, che lo scorso 25 aprile ha compiuto 71 anni.

La nascita del circuito è legata a Checco Costa. Il papà di Claudio e Carlo, che sarebbero poi diventati rispettivamente inventore della Clinica mobile e storico speaker del circuito, riesce a portare a termine l’auto-motodromo (sostenuto anche da Enzo Ferrari che convinse i fratelli Maserati e altri costruttori a partecipare all’impresa) in pochi anni dopo la Seconda guerra mondiale: nel 1950 la posa della prima pietra, il 18-19 ottobre 1952 il primo collaudo tecnico. Il 25 aprile 1953 c’è appunto l’inaugurazione con la disputa del Gran premio Coni, prova del Campionato italiano di motociclismo.

Nel 1970 l’impianto diventa Autodromo Dino Ferrari, in memoria dello scomparso figlio del Drake. Nel 1979, il circuito diventa permanente. Nel 1988, alla morte di Enzo Ferrari, il nome del Drake viene affiancato a quello del figlio Dino. Nel frattempo, in riva al Santerno, è nata la storia d’amore più bella: quella con il Circus. Dopo una prima gara non titolata disputata nel 1979, il 4 settembre 1980 Imola ospita il Gran premio d’Italia di Formula 1. Dall’anno successivo, l’appuntamento iridato diventa stabile, sotto l’egida di San Marino. Si va avanti fino al 2006, poi la brusca interruzione. L’insperato ritorno (aiutato dalla pandemia) è del 2020: ora l’obiettivo è far proseguire l’avventura. Passione auto, ma anche moto. Dall’esordio su due ruote del 1953 alla 200 Miglia del 1972, fino ad arrivare al Motomondiale (quattro edizioni alla fine degli anni Novanta) e alla Superbike. E poi il ciclismo: dal trionfo iridato di Adorni nel 1968 al ritorno del Mondiale nel 2020, passando per varie edizioni del Giro d’Italia e in attesa del Tour de France della prossima estate.