La stagione della ripartenza e dell’ottimismo

I teatri, dopo la pandemia, rialzano la testa. Con ricchi cartelloni per tutti i palati: prosa, lirica, danza, sinfonica, musical, comicità

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di Claudio Cumani

È la stagione della ripartenza. È la stagione dell’ottimismo, delle platee senza mascherine, dei bei nomi e delle tournée importanti, delle scommesse coraggiose. È la stagione nella quale i teatri, dopo la pandemia, rialzano la testa. Ognuno con la propria vocazione e la propria peculiarità.

Perché, si sa, a Bologna, città culturalmente fertile anche grazie a un pubblico giovane, i palcoscenici si sono suddivisi quasi naturalmente un ruolo, privilegiando un genere piuttosto che un altro ma mischiando spesso i pubblici e contaminando le proposte.

È la prima stagione vera del direttore di Emilia Romagna Teatro Valter Malosti (la precedente era stata in parte immaginata per ragioni organizzative dal predecessore Claudio Longhi) e il suo segno sull’Arena del Sole si coglie appieno.

Lui firmerà l’allestimento di Lazarus, la creatura musicale di David Bowie che in questa versione italiana vedrà Manuel Agnelli protagonista. Ma il cartellone del nostro Teatro Nazionale si impreziosirà di presenze internazionali di rilievo come Angélica Liddell (artista molto stimata da Malosti) o i coreografi Josef Nadj e Angelin Preljocaj nonché di nomi cult della scena italiana: ci saranno, tra i tanti titoli, due creazioni di Emma Dante, il ritorno di Pippo Delbono e la lettura della Tempesta scespiriana di Alessandro Serra reduce dal festival di Avignone della passata estate.

A giorni parte poi il festival internazionale ‘Vie’ mentre già è annunciata nuova vita per la piccola sala delle Moline. Il Duse affianca a una solida stagione di prosa, figlia della sua storica tradizione, appuntamenti di vario genere sui cui svetta la presenza di Slava Polunin, il "migliore clown del mondo".

Nella prosa ci sono i grandi maestri della regia del ‘900 (Peter Stein e Pier Luigi Pizzi) ma anche le ghiotte novità (Ozpeteck trasporta in scena dal grande schermo Mine vaganti). Poi i concerti e gli spettacoli in opzione con presenze ‘alte’ come Elio Germano e Alessandro Baricco.

Contemporaneo, coinvolgente, curioso è il claim del Celebrazioni, che sull’intrattenimento intelligente lancia una stagione ricca di nomi di richiamo e occasioni inconsuete: da Vincenzo Salemme ad Ale e Franz, da Sergio Castellitto a Barbara d’Urso.

E ancora drammaturgia contemporanea, concerti, danza e musical. Una citazione per tutte: il ritorno dello show forse più amato dalle platee di tutto il mondo, Grease, nella ormai leggendaria versione della Compagnia della Rancia.

E a proposito di musical, come non ricordare il Casanova Opera pop concepito, prodotto e diretto da Red Canzian che approderà all’Europauditorium? Quella del teatro della Fiera (la platea più grande della regione) è una stagione a tutte stelle. Qualche nome? Checco Zalone, Claudio Baglioni, Roberto Bolle...E anche qui, allora, comicità, concerti, danza... E soprattutto artisti amati dal pubblico come Virginia Raffaele, Giorgio Panariello e Alessandro Siani.

‘Abbiamo seriamente bisogno di ridere’ è invece lo slogan scelto dal Dehon, teatro fortemente legato al territorio della prima periferia, per la stagione del rilancio. Pure in questo caso i nomi davvero popolari non mancano, da Gianmarco Tognazzio a Katia Ricciarelli, da Lucrezia Lante della Rovere a Alessandro Benvenuti.

Teatri di Vita infine ha fatto ricorso a Bob Marley per intitolare la propria stagione, Get up! Stand up! nel segno della contaminazione dei generi. Due citazioni di gruppi storici: Fanny & Alexander che con Him festeggia il proprio trentennale e Sosta Palmizi che ripercorre l’opera di Andrea Pazienza. Tutto questo è solo uno sguardo che coglie qualche suggestione dei cartelloni cittadini davvero mai così densi. C’è di più, molto di più. Torniamo a teatro, non ce ne pentiremo.