Incentivi e bandi Pnrr "Opportunità di sviluppo"

Cavina e Zedda (PwC Italia): "La sfida sarà spendere bene i fondi assegnati . Un cambiamento strutturale è indispensabile per la competitività sui mercati".

A seguito della crisi pandemica e in risposta alla grave situazione economica ed energetica, sono aumentate le opportunità di finanza agevolata per le imprese di tutte le dimensioni. Alessandra Cavina (partner PwC Italia, responsabile fiscale Emilia Romagna e Marche) e Claudia Zedda (director PwC Italia, responsabile incentivi fiscali Emilia Romagna e Marche) fanno il punto sulla sfida delle aziende per la ‘messa a terra’ degli investimenti per cogliere gli incentivi e i bandi Pnrr e realizzare il cambiamento e l’innovazione necessari per essere competitivi.

Quali sono le opportunità di finanza agevolata?

Cavina: "Si tratta di strumenti per lo sviluppo delle aziende in forma di contributi a fondo perduto o in conto interessi, agevolazioni fiscali, crediti d’imposta o finanziamenti a tassi agevolati. Tali risorse possono essere impiegate dalle imprese per investimenti in diversi ambiti, tra cui l’innovazione di prodotti o processi, l’acquisto di beni strumentali, impianti e macchinari, la registrazione di brevetti, la formazione del personale, o per progetti di sostenibilità ambientale e di internazionalizzazione. Le opportunità di finanza agevolata sono messe a disposizione dalle istituzioni europee e italiane, come ad esempio i ‘fondi diretti’ gestiti dalle Regioni o da enti come le Camere di Commercio o altri istituti; e i ‘fondi indiretti’ elargiti dall’Ue agli Stati membri. Particolarmente rilevanti sono inoltre il Fondo di Coesione e il Fondo Europeo di sviluppo regionale (FERS), destinati a bilanciare gli squilibri regionali esistenti nell’Ue tramite lo sviluppo e l’adeguamento strutturale delle aree arretrate e la riconversione delle regioni industriali in declino".

Obiettivi del Pnrr?

Zedda: "Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, strumento attuativo italiano del Next Generation EU e programma comunitario di rilancio dell’economia europea post-pandemico, ha in dotazione 191,5 miliardi di euro. Punta a porre le basi per una crescita sostenibile e duratura lungo il doppio binario della transizione ecologica e digitale. Il piano di investimenti e riforme ha un orizzonte settennale (2021-2026) e si compone di sei missioni: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute".

Come vengono distribuite le risorse?

Zedda: "Il 40% dei fondi è destinato alla transizione ecologica e il 25% alla digitalizzazione. Inoltre, il 40% delle risorse (circa 82 miliardi di euro) dovrà essere speso nelle regioni del Mezzogiorno. Tra le principali misure compare la Transizione 4.0, che prevede crediti di imposta alle imprese che investono in beni capitali ad alto contenuto tecnologico, in R&S e in formazione per lo sviluppo di competenze digitali. Poi 1,79 miliardi sono stati destinati al Turismo 4.0 per aumentare la competitività delle imprese turistiche. Parte delle risorse sono infine dedicate alle startup e alle imprese femminili".

Quale sarà la sfida?

Cavina: "Spendere quanto assegnato. Il rilascio dei fondi del Pnrr da parte dell’UE è periodico e condizionato al raggiungimento di obiettivi. L’aumento del costo delle materie prime ha ritardato alcuni progetti, portando diverse voci del mondo politico e dell’impresa a chiedere una rinegoziazione delle voci di spesa e delle tempistiche con l’UE. L’Italia ha dimostrato già in

precedenza difficoltà nell’impiegare le risorse europee assegnate: la sfida che attende l’Italia non è soltanto rispettare le condizionalità ma anche spendere concretamente i fondi assegnati. Una grande responsabilità ricade sulla PA e sulle amministrazioni locali, non tutte dotate delle competenze e delle risorse necessarie per affrontare progetti di tale portata. Nonostante queste difficoltà, gli strumenti di finanza agevolata in generale, e le risorse stanziate per il Pnrr in particolare, offrono un’opportunità importante di cambiamento strutturale che è indispensabile per la competitività delle imprese italiane e che dovrà perciò essere colta appieno".