Un anno di riscatto e di rilancio Dati record per fatturati e ricavi

Un anno di riscatto e di rilancio  Dati record per fatturati e ricavi

Un anno di riscatto e di rilancio Dati record per fatturati e ricavi

di Antonio Matacena

e Marco Maria Mattei

Il 2021 è stato un anno di riscatto e rilancio economico dopo la profonda crisi sociale, sanitaria ed economica indotta nel 2020 dall’esplosione della pandemia da Covid-19. Il PIL Italiano, dopo la contrazione dell’8,9% del 2020, nel 2021 è cresciuto del 6,6%. Questa crescita, la più alta registrata dal nostro paese da quando esiste l’Euro, ha riportato l’economia nazionale nuovamente ai livelli pre-crisi del 2019 ed è stata persino maggiore della crescita dell’economia mondiale, aumentata del 5,8%. A questo positivo risultato hanno dato certamente un rilevante contributo le efficaci politiche di intervento pubblico a sostegno delle attività economiche, oltre che la voglia di riscatto delle imprese. Tuttavia è doveroso evidenziare come, nonostante i dati macroeconomici quanto mai positivi, nel 2021 non siano mancate difficoltà per le imprese. La crisi Covid-19 ha infatti generato problemi di approvvigionamento di semilavorati e materie prime in diversi settori, nonché forti rallentamenti nei trasporti. Inoltre, il perdurare di ondate pandemiche durante il 2021 ha frenato la ripresa in molti paesi. A ciò si è aggiunto infine un significativo aumento del costo dell’energia a partire dal quarto trimestre 2021, trend che è poi peggiorato durante il 2022.

All’interno di questo scenario di rilancio, ma caratterizzato da nuove complessità, le prime 500 imprese di Bologna e provincia si distinguono per una crescita significativa sia dei volumi che della capacità di generare reddito. Gli indicatori economici comunemente utilizzati per misurare la dimensione segnano tutti variazioni estremamente positive. I ricavi aggregati 2021 delle Top500 aumentano in termini reali rispetto all’edizione precedente del 12,8%, raggiungendo il valore complessivo record di 77,1 miliardi. Nel 2020 il fatturato, riespresso a valori correnti, era stato di 68,4 miliardi e nel 2019 di 71,3. La crescita registrata in questa edizione è la più significativa osservata in 12 anni di Top500 e, sebbene sia significativamente influenzata dal balzo di fatturato della più grande azienda bolognese – Hera S.p.A passa da 7 miliardi di euro di fatturato a 10,6 –, bisogna chiarire che, anche se si escludesse Hera dall’analisi, il 2021 sarebbe comunque uno degli anni di maggiore espansione da noi analizzati, insieme al 2016 e al 2017.

Anche attivi e patrimoni netti aggregati segnano un incremento record, attestandosi rispettivamente a 98 miliardi di euro (+9,6% rispetto all’edizione precedente) e a 39,2 miliardi (+10,6%). Approfondendo l’analisi, inoltre, emerge che la crescita si distribuisce molto più omogeneamente per le diverse fasce di fatturato rispetto ad anni passati, quando le imprese di minori dimensioni davano talvolta un contributo anche percentualmente inferiore. Si osservano invece alcune differenze a livello settoriale, che dipendono appunto dall’intensità con cui le difficoltà sopra citate hanno colpito specifici business.

Analogamente alla dimensione, cresce la capacità reddituale delle Top 500. La media degli utili è più che raddoppiata in termini reali (+111%) rispetto all’esercizio precedente, passando da 3 milioni di euro del 2020 a 6,4 milioni del 2021, con solo l’11% delle imprese che chiude il bilancio in perdita (nell’edizione 2020 era il 21% e nel 2019 il 15%). È inoltre importante osservare che nel 2021, ad una accresciuta capacità di produrre reddito, si associa un incremento delle marginalità e delle redditività che non trova pari nelle precedenti edizioni.

La redditività per i soci (ROE) è infatti uguale o superiore al 9,76% per la metà delle Top500. Il valore mediano del ROE è il migliore mai registrato in 12 anni, così come si attestano su valori mediani record la redditività delle vendite (ROS) e redditività del capitale investito (ROI). Chiaramente, tali incrementi devono essere valutati anche alla luce di una forte ripresa dell’inflazione, che nel 2021 ha segnato un +1,9%, marcando una forte discontinuità con l’ultimo lustro caratterizzato da una sostanziale stabilità del potere d’acquisto del denaro (fra il 2016 e il 2020 l’inflazione annua è stata in media del +0,5%). Cionondimeno, l’incremento di marginalità e redditività delle Top500 è un ottimo segnale.

Meno brillante di quanto non si potrebbe immaginare, dati gli andamenti descritti finora, è invece il dato sull’occupazione. Complessivamente le prime 500 imprese di Bologna e provincia occupano più di 249 mila persone, fra sedi italiane e estere, con un incremento rispetto all’edizione precedente del 2,16%. Questo incremento, ancorché apprezzabile, risulta inferiore a quello osservato nel 2020, quando la situazione generale risultava certamente più incerta e difficile. Probabilmente, sulla dinamica delle assunzioni ha inciso anche il blocco dei licenziamenti del 2020 e il forte cambio di preferenze dei lavoratori, indotto dai prolungati periodi di smart working.

L’analisi dei dati 2021 evidenzia come le più grandi imprese bolognesi siano nel complesso state in grado di recuperare il terreno perduto nel 2020 e, anzi, abbiano migliorato le loro performance, rafforzando dimensione e patrimonializzazione rispetto agli anni pre-pandemia. Le sfide tuttavia che attendono gli imprenditori e i manager nei prossimi mesi saranno decisive per il destino del nostro territorio negli anni a venire. La transizione ecologica e digitale, la sostenibilità dei processi produttivi e il risparmio energetico, in un Paese che dipende per oltre tre quarti dell’approvvigionamento energetico dall’estero, impongono decisioni difficili, che i miliardi di euro del PNRR possono solo aiutare a finanziare, ma non a prendere.