Un comparto in forte ripresa Fatturato aggregato su dell’8,7%

Il trend è conseguenza anche del parziale ritorno alla normalità delle relazioni economiche e dei consumi. L’88% delle imprese ha chiuso l’esercizio con un risultato economico positivo. Nel 2020 erano il 79%.

Un comparto in forte ripresa  Fatturato aggregato su dell’8,7%

Un comparto in forte ripresa Fatturato aggregato su dell’8,7%

di Maurizio Marano

e Filippo Lo Piccolo

Il 2021 ha segnato un graduale ritorno alla normalità dopo la pandemia da Sars-Cov19 che, portando con sé misure restrittive volte a limitare la circolazione del virus, nel 2020 aveva fortemente inciso sulla vita economica e sociale.

Pertanto, i dati delle principali cooperative bolognesi vanno letti alla luce di questo scenario.

Con le sue 51 unità, che occupano quasi 50.000 dipendenti, la cooperazione costituisce il 10,2% delle Top500 della provincia di Bologna: sono cooperative tre delle prime dieci imprese del territorio e cinque delle prime venti.

Il fatturato aggregato si attesta oltre i 14,6 miliardi di euro, un valore che rappresenta il 19% del fatturato delle Top 500, concentrato per due terzi nelle prime cinque cooperative del campione.

Le cooperative bolognesi si contraddistinguono per la varietà di settori in cui operano: da quelli prevalentemente occupati da imprese ordinarie, come la meccanica di precisione e le macchine automatiche (8%), a quelli tipici della cooperazione nazionale: agroalimentare (24%), commercio (10%), trasporti (16%). La cooperazione sociale conferma il proprio peso significativo, rappresentando il 10% del comparto.

Il cambiamento di scenario spiega il significativo rimbalzo del fatturato aggregato del comparto cooperativo, che si incrementa dell’8,7% rispetto al 2020, in conseguenza del parziale ritorno alla normalità delle relazioni

economiche e dei consumi.

Si tratta di una tendenza relativamente uniforme nel campione, all’interno del quale il 76% delle unità registrano aumenti dei ricavi superiori al 5%, mentre soltanto il 4% delle cooperative subiscono erosioni di fatturato di similare entità.

La ripresa è confermata anche dell’osservazione delle performance reddituali: infatti l’88% delle cooperative ha chiuso l’esercizio con un risultato economico positivo (nel 2020 erano il 79%). Questi dati attestano un miglioramento anche rispetto ai livelli pre-pandemici; infatti, nell’esercizio 2019 l’84% delle cooperative del campione aveva conseguito un utile.

In netta risalita rispetto al 2020 anche il risultato economico medio. Pienamente allineata alla dinamica del risultato economico d’esercizio la capacità di generare redditi operativi (EBIT), con ripresa dei risultati positivi sia rispetto al 2020, sia in confronto al 2019.

Nel completare la lettura della situazione economica delle cooperative, si rende come di consueto necessario ricordare che la performance espressa a bilancio risente, per le cooperative in utile, delle politiche di ristorno e delle relative modalità di contabilizzazione.

I ristorni possono tradursi infatti in incrementi di costi o in riduzione di ricavi netti con la conseguente compressione dei margini, salvo che non siano trattati come distribuzione di utili (secondo le linee dettate dal documento dell’Organismo Italiano di Contabilità in materia di specificità cooperative).

Fatte queste premesse, i dati medi relativi agli indici di bilancio mostrano una redditività in aumento per tutti i quozienti utilizzati nell’analisi.

Se la redditività netta (ROE) e operativa (ROI) aumentano di un punto percentuale rispetto all’esercizio precedente – passando rispettivamente da 3,28% a 4,17% per il ROE e da 1,00% a 1,95% per il ROI – più marcata è la crescita della redditività delle vendite, in quanto il ROS passa da -1,26% a 2,42%.

L’osservazione mostra inoltre una stabilità del profilo finanziario, misurato sulla base del rapporto di indebitamento. Nel mondo cooperativo tale indice va letto alla luce della presenza di una particolare forma di finanziamento, il prestito sociale, da considerarsi quale presenza relativamente stabile nella struttura finanziaria.

I dati 2021 registrano ad ogni modo una sostanziale invarianza di tale rapporto, che nell’ultimo triennio si collocano attorno al 3, con oscillazioni di lieve entità; il dato 2021 è comunque in miglioramento rispetto all’esercizio 2019.

La funzione sociale riconosciuta alla cooperazione spinge inoltre a considerare la dinamica occupazionale. Il numero degli occupati è infatti indicatore di capacità inclusiva, relativamente alla quale si è sovente riscontrata la funzione anticiclica della cooperazione.

Il dato aggregato 2021 restituisce un lieve decremento degli occupati (-0,80%), sebbene essenzialmente legato alle dinamiche che hanno interessato due realtà di significative dimensioni. In effetti, quasi i due terzi delle cooperative del campione vedono aumentare il numero degli occupati.

Vi è infine da aggiungere che le cooperative occupano da sole il 20% della forza lavoro complessiva del campione generale.

In conclusione, la cooperazione bolognese appare in ripresa dopo le eccezionali sfide lanciate dal contesto pandemico. Se nel 2020 il comparto aveva dimostrato una generale tenuta nonostante le difficoltà incontrate, il 2021 fa registrare incrementi del fatturato aggregato e miglioramenti della redditività, questi ultimi conseguiti senza far leva

sull’indebitamento, risultando stabili gli indici di rischio finanziario. Si conferma infine un sistema di imprese che garantisce significativi livelli occupazionali.