
Lo stabilimento Philip Morris di Bologna
e Federico Polini
Ancora una volta, le imprese della meccanica confermano la rilevanza nel tessuto economico bolognese; il settore rappresenta infatti oltre il 23% dell’intero campione delle Top 500 e racchiude al suo interno ben 116 aziende (contro le 111 della precedente edizione), affermandosi sempre più come protagonista del panorama economico della nostra provincia.
Ad ogni modo, il significativo incremento dimensionale registrato nel 2022 non ha trovato continuità anche nei dati 2023, anno in cui la dimensione media e mediana delle imprese del settore è rimasta sostanzialmente invariata. Si registrano, infatti, aumenti mediani dell’1,5% dei ricavi e dell’attivo che si attestano rispettivamente a 131 e 136 milioni di euro. Invece, a differenza dell’anno scorso dove il dato era pressoché stabile rispetto al 2021, il valore mediano dei dipendenti aumenta del 9,4%, incrementando il numero di occupati di circa 1.400 unità e superando la quota complessiva di 48.000 dipendenti.
A livello di margini economici, si osserva una crescita media del 3,5% dell’EBITDA e dell’8,2% dell’EBIT, a dimostrazione di un miglioramento in termini assoluti della redditività; oltre il 55% delle aziende ha infatti superato i risultati dell’anno precedente.
L’utile netto medio però non ha beneficiato del predetto trend in quanto risulta mediamente in calo, con meno della metà delle imprese (46% ) che riesce a migliorare la performance 2022. Già da questi dati è pertanto possibile rilevare una maggiore incidenza e onerosità delle componenti finanziarie registrate nel periodo, anche derivante dall’incremento generalizzato dei tassi di interesse.
Passando all’analisi dell’andamento degli indici di redditività si può constatare come sia la marginalità operativa delle vendite (ROS) che la redditività dell’attivo (ROI) rimangano sostanzialmente invariati, segno della stabilità del modello di business nonché presumibilmente di un mercato maturo. Ad ogni modo, oltre la metà del campione migliora sia il ROI sia il ROS rispetto all’esercizio precedente.
A livello finanziario, nonostante la riduzione della posizione finanziaria netta e del rapporto di indebitamento, si osserva una maggior incidenza degli oneri finanziari sia in termini assoluti sia in rapporto al fatturato (entrambi mediamente in aumento di più del 45%). Questo fenomeno, apparentemente contraddittorio, trova spiegazione nell’impennata dei tassi di interesse che, nel corso del 2023, hanno pesantemente impattato sui conti delle società.
In conclusione, l’analisi dei dati 2023 ci restituisce un settore maturo e stabile sia a livello dimensionale che operativo ma che ha risentito finanziariamente ed economicamente degli effetti derivanti dall’incremento del costo del debito.