Alberto Zaccheroni: lo scudetto del Centenario col Milan, all'Inter quarto posto e addio

Il tecnico romagnolo, ricoverato in Rianimazione dopo una caduta in casa, si è seduto sulle panchine di entrambe le squadre milanesi

Alberto Zaccheroni quando allenava il Milan

Alberto Zaccheroni quando allenava il Milan

Il mondo del calcio è in ansia per la sorte di Alberto Zaccheroni, 69 anni, ricoverato in Rianimazione all'ospedale di Cesena dopo una caduta in casa. La prognosi - questo il bollettino di oggi, sabato 11 febbraio - resta riservata, in virtù dell'importante trauma cranico rimediato dal tecnico romagnolo dopo aver battuto la testa sul pavimento. Il nome di Zaccheroni, globetrotter della panchina, risuona come un dolce ricordo nei pensieri dei tifosi milanisti: nel 1998-99, infatti, con "Zac" alla guida del club, i rossoneri conquistarono uno degli scudetti più inattesi nella storia del Diavolo. Ma il mister di Meldola nella sua carriera ha attraversato il Naviglio, sedendosi anche sulla panchina dell'Inter.

Zaccheroni al Milan

Alberto Zaccheroni approda al Milan nel 1998, sull'onda degli ottimi risultati ottenuti alla guida dell'Udinese. L'allenatore romagnolo ha portato il club friulano al terzo posto e, con il suo modulo 3-4-3, è considerato fra gli innovatori del calcio italiano di fine secolo. Trova un Diavolo malconcio, reduce da due stagioni fallimentari, la prima con l'avvicendamento fra Tabarez e Arrigo Sacchi sulla panchina, la seconda con il ritorno-flop di Fabio Capello. 

La partenza è a fari spenti, ma con il passare dei turni i rossoneri risalgono la classifica, contendendo il campionato a Fiorentina e, successivamente, Lazio. E' un Milan solido che trova le sue colonne in Oliver Bierhoff, il centravanti specialista nei colpi di testa portato "in dono" da Zaccheroni che l'ha avuto a Udine, e nel giovane portiere Christian Abbiati, diventato titolare dopo una "follia" di Sebastiano Rossi che si fa espellere nell'ultima giornata del girone di andata per un laccio a Nakata del Perugia. E proprio in Umbria il Milan festeggia il tricolore, con un successo 1-2 firmato da Guly, Bierhoff e da una super parata di Abbiati sul biancorosso Bucchi. La gioia è doppia, dato che la vittoria arriva nell'anno del Centenario del club fondato da Herbert Kilpin.

Meno felici le due stagioni successive: nella prima i rossoneri chiudono al terzo posto, qualificandosi comunque per la Champions League. Nella terza Zac viene esonerato dopo l'uscita di scena nella massima competizione continentale, provocata da un ko in casa contro il Deportivo La Coruna. Il rapporto con il presidente Silvio Berlusconi - che, si dice, da sempre storcerebbe il naso di fronte alle simpatie politiche di sinistra mai negate da Zaccheroni - è ormai sfilacciato. Il Cavaliere conia proprio per Zac la metafora, successivamente adottata anche per Ancelotti, del sarto incapace di confezionare abiti di gusto nonostante abbia a disposizione un buon tessuto.

Il periodo nerazzurro

Nell'ottobre del 2003 l'allenatore romagnolo viene chiamato, un po' a sorpresa, alla guida dell'Inter, in sostituzione dell'hombre vertical Hector Cuper. E' una squadra reduce dallo choc del 5 maggio - lo scudetto perso con il tonfo contro la Lazio, in un Olimpico tutto nerazzurro - e in difficoltà nel girone eliminatorio di Champions League. Zac non riesce a invertire la rotta in Europa, rimediando anche un pesantissimo cappotto interno con l'Arsenal, ma nel prosieguo del campionato l'Inter si rimette in carreggiata. Merito anche dei metodi di Zaccheroni, capace di cementare il gruppo e di gestire con ferma bonomia i big della squadra.

I nerazzurri terminano la stagione al quarto posto, centrando la qualificazione in Champions League. La società sembra intenzionata a rinnovare la fiducia al tecnico ex rossonero. Il quale, però, si dimette in estate, affermando di non percepire un clima di fiducia intorno alla sua persona.