Covid Veneto 21 gennaio, il bollettino di oggi. La curva continua a scendere

Sono 19.117 i casi scoperti nelle ultime 24 ore, oltre 2.700 in meno rispetto a ieri. Resta alto il numero dei contagiati, che sfiora i 300mila casi. La zona più a rischio resta Verona. Si allenta la pressione negli ospedali, ma aumentano i bambini ricoverati per Covid

Venezia, 21 gennaio 2022 –  "Siamo in una situazione transitoria, ma meno peggio di quanto credevamo due mesi fa. Dalle prossime settimane ci sarà un importante calo della curva dei contagi: quello sarà il momento di liberare tutto, di togliere le mascherine all'aperto, tenendole solo sui mezzi di trasporto e negli assembramenti, e di eliminare gran parte delle restrizioni". A dirlo è Andrea Crisanti, professore ordinario di microbiologia all'Università di Padova. Nel Veneto sono in aumento i bambini ricoverati per Covid: 16 i piccoli pazienti ricoverati negli ospedali. Covid Veneto, 22 gennaio. Rivoluzione tamponi: prenotati, gratis, in farmacia o dal medico

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Cosa sta succedendo oggi:

Covid Veneto, i dati del 21 gennaio 2022
Covid Veneto, i dati del 21 gennaio 2022

Il bollettino di oggi

Continua a calare l’onda di piena del virus in Veneto, dove da giorni la curva dei contagi è in discesa. A dirlo è il bollettino di oggi, che registra quasi 300mila persone attualmente positive, di cui 19.117 nuovi casi scoperti nelle ultime 24ore. Resta alto il numero delle persone contagiate e quindi in quarantena: sono 279.257 in tutte le province, con un’incidenza più alta nel Veronese. Non migliora il fronte delle vittime: 26 i nuovi decessi, che portano il bilancio delle vittime della pandemia a 12.888 in tutto.

Si allenta la pressione sugli ospedali, è di 1.765 pazienti il totale dei ricoveri in area medica, mentre oggi nelle terapie intensive ci sono 203 malati gravi. Sono 31 le dismissioni autorizzate ieri nelle aree mediche, un solo ricovero in più in terapia intensiva.

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Zaia: “Covid, tragedia anche economica”

Sul fronte dei riflessi economici della quarta ondata, oggi il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha definito “un bel segnale” quello delle misure contenute nel Decreto legge sostegni licenziato dal Governo. “Prendiamo atto – ha detto Zaia – che, oltre a questa tragedia sanitaria, ve n'è una di natura economica che è ancora più cogente oggi e riguarda tutti, famiglie e imprese, rispetto al costo dell'energia. È un momento grosso di difficoltà e quindi ben venga questo provvedimento del Governo”.

Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, è tornato invece a chiedere aiuto a nome delle città turistiche: “Il settore del lavoro legato al turismo – ha sottolineato – non è solo hotel e ristoranti, ma anche a tutti i servizi che ruotano attorno, e il turismo nelle grandi città d'arte è stato massacrato, non ci sono i turisti perché non ci sono i voli internazionali e di conseguenza, da due anni, c'è una sofferenza molto molto elevata”.

Bambini, casi in aumento

Proseguono le tensioni, in particolare sul fronte scolastico: oggi l'Ulss 3 veneziana ha riferito che sono 1.112 le classi con casi di Covid, e in 568 di queste si registrano cluster con due o più casi. Diminuiscono i posti occupati in terapia intensiva (40), ma aumentano i contagi e ricoveri fra i bambini: 16 i piccoli ricoverati nella Clinica pediatrica dell'Azienda ospedaliera, e da inizio gennaio ne sono stati ricoverati 39.

Per quanto riguarda la sanità, sempre nel veneziano, tra medici, infermieri e personale tecnico sono 174 le figure sospese perché non in regola con la vaccinazione, mentre 236 sono a casa perché positive. A Padova, nell'ultima settimana, sono stati 20.300 i nuovi contagiati, mediamente 3.042 al giorno.

Ricoveri programmati: slittano nel 64% degli ospedali

Gli ospedali sotto stress per l'ondata Omicron, molti reparti sono costretti a rivedere l'organizzazione per permettere l'isolamento dei pazienti asintomatici e non: la conseguenza è la perdita di posti letto che ha come effetto l'allungamento delle liste d'attesa per la necessità di procrastinare ricoveri e interventi. "Il 64% degli ospedali è stato infatti costretto a rinviare i ricoveri programmati in 'misura rilevante' e il 7% li ha sospesi del tutto, mentre nessuna struttura dichiara di non aver dovuto operare qualche spostamento temporale". Lo denuncia la ricerca lanciata da Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri.

"Ancora peggio va per i ricoveri elettivi (programmati, ndr) , rinviati in misura rilevante dall'86% dei presidi ospedalieri e sospesi del tutto dal 7%", rimarca l'indagine.

Ospedali: Il 50% dei ricoverati rischia di infettarsi

"Una persona che si ricovera per una frattura e si scopre positiva al Covid con il tampone di ingresso si sarebbe comunque ricoverata e non può essere conteggiata nel numero dei posti letto occupati da chi con il virus si è ammalato". È questa la posizione della Federazione dei medici internisti ospedalieri (Fadoi), che ha condotto una ricerca sulle attività degli ospedali nella battaglia contro il Covid. I camici bianchi, dall'inizio della pandemia, hanno preso in carico oltre il 70% dei ricoverati Covid in tutto il Paese.

“La maggioranza degli ospedali, il 57%, ha grandi difficoltà ad isolare nei reparti i pazienti positivi asintomatici e il 29% non ci riesce affatto, mettendo così nel 50% dei casi a rischio di contagio chi il Covid non ce l'ha, mentre in un altro 50% se ne pregiudica l'assistenza", indica la ricerca. L'indagine, condotta a inizio settimana, ha coinvolto 14 regioni.

Oscillano tra il 10 il 20% i letti riservati ai "Covid non Covid" – cioè i pazienti asintomatici – in Veneto, Emilia Romagna e Lazio, mentre oscilla tra il 20 e il 30% la quota in Molise. Regione, quest’ultima, che più di altre potrà avvantaggiarsi dal possibile scorporo dei "Covid non Covid" nel calcolo del tasso di occupazione dei reparti.

Monoclonali: il Veneto resta in testa

In lieve flessione le prescrizioni di anticorpi monoclonali contro Covid-19 in Italia. Negli ultimi sette giorni monitorati dall'Agenzia italiana del farmaco Aifa, dal 13 al 19 gennaio, le richieste di farmaco sono state 2.512 contro le 2.555 della settimana precedente, con una media giornaliera in calo dello 0,95% (358,86 contro 362,29), per un totale di 38.305 a partire dal 10 marzo, quando questi medicinali sono stati autorizzati in via emergenziale in Italia. Sono 249, in aumento, le strutture di 21 regioni o province autonome che hanno prescritto queste terapie. Dall'inizio del monitoraggio, in numeri assoluti è il Veneto la regione per la quale si rileva il maggiore utilizzo di monoclonali con 6.637 pazienti trattati, seguito dal Lazio con 5.690 pazienti e dalla Toscana con 4.012, mentre agli ultimi posti ci sono provincia autonoma di Bolzano, e a salire Molise e provincia autonoma di Trento, rispettivamente a quota 81, 99 e 167 pazienti inseriti nel registro. Nell'ultima settimana analizzata, il numero più alto di prescrizioni è stato segnalato dal Veneto (383 ricette e +28,96% la media giornaliera rispetto alla settimana precedente), seguito dal Lazio (375, -8,54%) e dal Piemonte (296, -13,70%).

In Veneto la curva si allenta

Il governatore Luca Zaia continua a ripeterlo da giorni: “La curva si è raffreddata e appiattita”. E infatti anche oggi ci sono oltre 2.700 casi in meno rispetto a ieri, quando l’incidenza era al 12,8% Come ogni venerdì, anche oggi il Cts farà il punto sui parametri delle regioni per verificare quali sono le zone che cambieranno colore: ecco quali sono le regioni che rischiano di finire in arancione. Intanto la battaglia iniziata dal Veneto, con la richiesta di Zaia di riconsiderare la definizione di “caso” per alleggerire i bollettino Covid dai numero degli asintomatici, inizia a diffondersi anche tra i virologi.

I dati delle province

Rimane sotto i riflettori la provincia di Verona, la zona con il più alto numero di cittadini in isolamento. I casi registrati oggi nel bollettino sono 3.802, ma la conta dei contagiati supera i 60mila casi: per l’esattezza sono 62.670 ed è il numero più alto di tutto il Veneto. La seconda provincia per numero di nuovi positivi è Vicenza con 3.681 persone, che portano a 46.555 il totale degli attuali contagiati.

Seguono a ruota Padova con 3.427 nuovi casi e un totale di 52.113 cittadini positivi al Covid e Treviso che oggi rileva 3.337 tamponi positivi, per un totale di 46.842 persone in quarantena. In tutta la Città metropolitana di Venezia oggi ci sono 2.807 casi ed è 38.203 il totale dei positivi. Sono 830 gli ultimi tamponi positivi processati in tutta la provincia di Rovigo, dove la Ulss ha disposto 12.753 provvedimenti di quarantena. Il dato più basso del bollettino di oggi è quello della zona di Belluno, dove ci sono infatti 795 nuovi casi, che portano a 8.673 il totale dei contagiati.

Vaccini: a che punto è il Veneto

Sale a 10.022.124 il numero di dosi di vaccino contro il Covid inoculate dall'inizio della pandemia in Veneto. Lo riporta il bollettino della Regione. Ieri a ricevere una dose sono stati 36.797 veneti: per 2.717 si è trattato della prima dose (3.279.019 il totale), per 3.645 della seconda dose (4.258.185) e per 30.435 della dose booster (2.484.920). È stato utilizzato il 99,5% delle dosi fornite.

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