REDAZIONE VENETO

Conti correnti spiati, anche Zaia nel mirino

“Spero si tratti di follia e non di dossieraggio”, ha commentato il governatore del Veneto sull’inchiesta dell’ex dipendente di Intesa Sanpaolo. “Sistemi di controllo pieni di falle, io l’ho saputo dai giornali”

Conti correnti spiati, anche Zaia nel mirino

Venezia, 11 ottobre 2024 - C’è anche il conto del governatore Zaia tra quelli ‘spiati’ dall’ex dipendente di Intesa Sanpaolo. L’uomo - che ai tempi lavorava alla filiale di Barletta - è accusato di aver effettuato 6mila accessi non autorizzati ai conti correnti 3.572 clienti dell'istituto, tra cui la premier Giorgia Meloni e la sorella Arianna, e tanti altri politici.

“Spero solo si tratti di follia, non di accessi alimentati da qualcuno che aveva bisogno di fare dossier”, ha detto stamattina Luca Zaia a margine di un evento a Padova.

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Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia

Zaia: “Sistemi di controllo pieni di falle”

“Mi dispiace che nel mio conto corrente non si vedano i mutui - ironizza il presidente del Veneto - così almeno avevamo un quadro generale delle attività e delle passività”. Zaia ha poi incalzato sul tema della sicurezza, visto che l’ex bancario è riuscito ad avere accesso ai dati sensibili di migliaia di persone.

“Questo è un paese che ci sorprende sempre, ma in negativo - ha sottolineato il governatore -. Pensare che ci sia stata una persona che ha fatto 6mila accessi, vuol dire che anche i sistemi di controllo sono pieni di falle in generale”.

A quanto è emerso finora, è stata la stessa banca ad accorgersi dello spionaggio, denunciando il dipendente prima di licenziarlo. Ieri, gli ufficiali di polizia giudiziaria - incaricati dalla procura di Bari - hanno perquisito la casa dell'ex dipendente e sequestrato smartphone, tablet, hard disk e dispositivi informatici diversi che saranno oggetto di verifiche forensi.

Il governatore: “Speriamo non sia dossieraggio”

"Penso che sarebbe utile per noi correntisti e clienti delle banche - ha aggiunto Zaia - magari essere loggati in modo tale che in ogni momento in cui qualcuno entra nella tua posizione tu vieni avvisato col nome e cognome di chi entra, questo sarebbe simpatico, magari anche con la motivazione, sono sicuro che punirebbero subito questi furboni che entrano nei conti correnti

per guardarci”.

“Speriamo - ha concluso il governatore - che poi non si riveli che questa attività fosse tutt'altro che dettata dalla follia, ma fosse invece alimentata da qualcuno che aveva bisogno di fare dossier o altro. Io l'ho saputo dai giornali, questo è un paese che va così”.